Virus dalla cina, 600 infetti e 25 morti. Primo caso di contagio sospetto in Italia

Si tratta di una cantante barese rientrata in Italia dopo un tour in Oriente. Altri casi sospetti in Scozia e Francia. A Fiumicino attivo lo scanner per 202 passeggeri risultati tutti negativi. Il Ministro Speranza: “i controlli procedono regolarmente”. Il virus trasmesso da un serpente

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COSENZA – Una donna barese proveniente dalla Cina è ricoverata nel Policlinico di Bari per un sospetto caso di coronavirus perché, arrivata al pronto soccorso con sintomi apparentemente influenzali, febbre e tosse. Sono state attivate, come da circolare ministeriale, tutte le procedure previste per prevenire la diffusione del virus. A quanto si apprende si tratta di una cantante della provincia di Bari di ritorno da un tour in oriente che ha toccato anche la zona di Wuhan, città di origine del virus, che ha avvertito sintomi sospetti. Ma ci sarebbe un caso sospetto di coronavirus anche in Francia a causa di una donna cinese, proveniente sempre dalla città di Wuhan e arrivata ieri su territorio francese con sintomi di “febbre e tosse”. La ministra della Salute francese, Agnès Buzyn, non ha confermato il caso aggiungendo che “sono in corso indagini”. Se fosse confermato sarebbe il primo caso in Europa. Anche in Scozia Skynews segnala 4 casi sospetti. Si tratta anche qui di 4 cittadini cinesi, tutti provenienti da Wuhan, epicentro dell’epidemia. Intanto gli Stati Uniti alzano il livello di allerta e invitano i cittadini americani ad evitare i viaggi in Cina.

Vittime salite a 25, oltre 610 i contagi

Le vittime del coronavirus in Cina sono salite a 25 mentre i casi di contagio sono 616, riporta Sky News citando le autorità locali. La Cina registra il primo decesso causato dal coronavirus in un’area al di fuori dell’epicentro di Wuhan. Intanto a Fiumicino sono transitati in un “canale sanitario” dedicato, lontano dalle aree di transito degli altri passeggeri in arrivo, i 202 viaggiatori provenienti dalla città cinese di Wuhan, epicentro del coronavirus. A loro sono state applicate per la prima volta le procedure disposte dalle autorità dopo la diffusione del contagio. Appositi scanner hanno controllato la temperatura corporea dei passeggeri del volo di linea diretto della China Southern Airlines Cz 645, atterrato alle 4.50 all’aeroporto di Fiumicino.

Dopo Wuhan e Huanggang, anche in un’altra città nella regione cinese dello Hubei, focolaio del coronavirus, sono scattate misure di sicurezza per evitare lo spostamento delle persone e la possibilità di diffusione del coronavirus. A Ezhou, cittadina da 1,1 milioni di abitanti, le autorità hanno deciso stamattina di bloccare “temporaneamente” il traffico dei treni. E le autorità cinesi hanno chiuso la Città Proibita di Pechino a causa dei timori per il coronavirus.

E si registra un primo caso di coronavirus a Singapore, riferiscono i media locali, che citano il ministro della Salute, secondo quanto riporta Bloomberg. Il caso, riferisce lo Straits Time, riguarda un uomo di 66 anni di Wuhan, arrivato a Singapore il 20 gennaio scorso. Il figlio di 37 anni è trattato in ospedale come caso sospetto mentre i suoi compagni di viaggio sono in quarantena. Un’altra donna di 53 anni, anch’essa cinese, è risultata positiva ai test preliminari, ancora in attesa di conferma.

Controlli a Fiumicino e task Force del Ministero

“I controlli sanitari predisposti dal Ministero della Salute all’aeroporto di Fiumicino sui 202 passeggeri e l’equipaggio hanno dato tutti esito negativo. Stanno tutti bene”,  ha riferito nello scalo romano Carlo Racani, direttore sanitario di Aeroporti di Roma. Si è riunita anche in mattinata la task-force sul coronavirus al ministero della Salute. “I controlli negli aeroporti – si legge in una nota – procedono regolarmente”. “Siamo – sottolinea il ministro Speranza – in stretto contatto con tutte le istituzioni internazionali. Ho sentito – conclude Speranza – più volte personalmente la commissaria europea Stella Kyriakides che sta coordinando le misure a livello comunitario”.

Il virus trasmesso da un serpente

Il virus cinese 2019-nCoV è arrivato all’uomo dai serpenti: sarebbero questi gli animali nei quali il virus, trasmesso dai pipistrelli, si sarebbe ricombinato e poi passato all’uomo. Lo indica l’analisi genetica pubblicata sul Journal of Medical Virology da Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li, delle università di Pechino e Guangxi. La ricerca è stata condotta su campioni del virus provenienti da diverse località della Cina e da diverse specie ospiti.

Come è accaduto in passato con i virus dell’influenza aviaria e con la Sars, anche questa volta l’indice è puntato sui mercati di animali vivi molto comuni in Cina, dove accanto agli animali allevati nelle fattorie e ai pesci si vendono animali selvatici, come serpenti e pipistrelli. “I risultati della nostra analisi evoluzionistica suggeriscono per la prima volta che il serpente è il più probabile animale selvatico serbatoio del virus 2019-nCoV”, scrivono i ricercatori. Le analisi genetiche aggiungono così una tessera fondamentale al mosaico della composizione genetica del virus 2019-nCoV, nel quale finora era chiaramente riconoscibile solo la sequenza della parte di virus ereditata dai pipistrelli e identificata fin dall’inizio come appartenente alla famiglia dei coronavirus, la stessa che comprende il virus della Sars, comparso nel 2002, e della Mers, del 2015; restava da risolvere il mistero della provenienza dell’altra metà del virus.  Adesso è chiaro che il virus 2019-nCoV è un mix di un coronavirus proveniente dai pipistrelli e di uno che arriva dai serpenti e che da questi ultimi sarebbe passato agli esseri umani, adattandosi al nuovo ospite e acquisendo la capacità di trasmettersi da uomo a uomo. Ricombinandosi geneticamente nei serpenti, quindi, il nuovo virus ha fatto il cosiddetto ‘salto di specie’, acquisendo nuovi recettori che gli permettono di legarsi alle cellule del sistema respiratorio umano. “Le nuove informazioni ottenute dalla nostra analisi evoluzionistica – rilevano i ricercatori – sono molto importanti per il controllo dell’epidemia causata dalla polmonite indotta dal virus 2019-nCoV”.

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