I prestiti Inpdap, l’ente che faceva da cassa di previdenza sociale per i dipendenti della pubblica amministrazione, si sono trasformati nel 2011.
Da qualche anno, infatti, l’INPS ha ormai assorbito completamente le funzioni dell’Inpdap; con questo passaggio di insegne, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha assunto anche l’incarico di prendere in esame ed erogare i piccoli prestiti ai dipendenti pubblici.
Con questa modifica formale, la sostanza è rimasta comunque pressoché immutata. Come avrai modo di leggere in questa guida, infatti, se lavori per l’amministrazione pubblica puoi ancora richiedere un piccolo prestito tramite l’istituto di previdenza. Anzi, in qualche modo possiamo persino dire che le cose siano andate migliorando. Grazie all’unificazione delle casse, infatti, ora anche chi lavora nell’istruzione ed è iscritto alla Gestione Magistrale può accedere alle stesse condizioni di credito. Nella guida sui prestiti inpdap di prestitisbp.com è spiegato tutto molto nel dettaglio.
Chi può richiedere i prestiti INPS/Inpdap
Le categorie di lavoratori che possono accedere ai prestiti INPS sono varie, ma in relazione all’ex Inpdap vogliamo concentrarci in particolare sui dipendenti pubblici. In relazione a questa categoria, può richiedere un prestito chiunque abbia uno stipendio regolarmente riconosciuto dalle amministrazioni pubbliche. Anche i pensionati che durante gli anni di lavoro erano iscritti all’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti delle Amministrazioni Pubbliche possono accedere attivare il loro finanziamento.
L’unica condizione necessaria da rispettare è l’iscrizione al Fondo Credito. Potresti persino essere già iscritto e non saperlo, infatti:
- I dipendenti degli enti locali e statali versano già, obbligatoriamente, un’aliquota dello 0,35% sui contributi versati che serve per l’iscrizione al fondo;
- Gli altri dipendenti pubblici possono decidere se aderire, versando la quota, oppure di avere questo 0,35% in più direttamente in busta paga. In questo caso è necessario avere aderito al fondo entro il 31 maggio 2008 per poter richiedere un piccolo prestito
Per quanto riguarda i dipendenti delle amministrazioni pubbliche con contratto a tempo determinato, questi possono accedere al piccolo prestito INPS soltanto nei limiti temporali previsti dal loro contratto. Per fare un esempio, chi ha un contratto in scadenza tra due anni può attivare ora un prestito con scadenza annuale, ma non una triennale.
Piccoli prestiti INPS/Inpdap
Possiamo dividere in due categorie i prestiti INPS, ex Inpdap. La prima sono i piccoli prestiti, ovvero quelli che hanno un importo non superiore a quattro volte il tuo stipendio. La seconda sono i prestiti pluriennali, che invece riguardano somme maggiori ed hanno anche tempi più lunghi di rientro.
In questa prima sezione ci occupiamo nello specifico dei piccoli prestiti.
Come funzionano i piccoli prestiti ex Inpdap
Per fare domanda è possibile utilizzare direttamente il sito dell’INPS. Esiste un servizio dedicato che permette di autenticarsi con le proprie credenziali INPS o SPID, accedendo poi ad una procedura guidata.
Potrai scegliere l’importo, da una a quattro volte il tuo stipendio. Questo ti verrà direttamente accreditato sul conto corrente o sullo strumento di pagamento che preferisci; se sei già in pensione, verrà utilizzato lo stesso IBAN su cui ricevi il versamento mensile. Per il mese successivo all’erogazione della somma non dovrai pagare nessuna rete, mentre dal mese dopo in avanti riceverai una trattenuta direttamente sullo stipendio o sulla pensione.
Potrai anche scegliere il numero di mesi per cui impegnarti: 12, 24, 36 o 48. Gli interessi verranno direttamente sommati alla quota di stipendio o pensione che ti sarà trattenuta di mese in mese, quindi non devi occuparti in prima persona di fare dei pagamenti a favore dell’INPS. Anche nel caso in cui tu dovessi essere trasferito da un’amministrazione pubblica ad un’altra non cambierà nulla, ed il trasferimento dei pagamenti sarà direttamente gestito dagli addetti dell’INPS.
In quanto alle tempistiche per ricevere l’accredito, queste possono variare in base alla mole di lavoro dell’istituto di previdenza. In ogni caso, puoi considerare un tempo medio di 60 giorni dalla domanda come una stima abbastanza attendibile. In merito alle motivazioni, invece, i piccoli prestiti INPS sono personali e non sono vincolati a certi scopi.
Da ultimo, è importante segnalare che in qualunque momento si può decidere di eseguire un rientro anticipato, saldando la quota di capitale residua da restituire prima della sua naturale scadenza.
Richiedere un piccolo prestito all’INPS/Inpdap conviene?
Questi piccoli prestiti hanno il vantaggio di essere molto veloci da ottenere e di avere una serie di automazioni che consentono di gestire con facilità i pagamenti. Dall’altra parte bisogna dire che i tassi di interesse, sommati ai costi, non sono particolarmente attraenti. In particolare:
- Il tasso di interesse applicato è del 4,25% nominale, ovvero al lordo dell’inflazione
- A questa cifra dovrai aggiungere uno 0,5% di caricamento aggiuntivo per le pratiche svolte dai dipendenti INPS
- Da ultimo, c’è ancora un’aliquota variabile che ti verrà richiesta per alimentare il fondo rischi con cui l’istituto si tutela dalla possibilità di insolvenza. Questo è l’elemento un po’più fastidioso, nel complesso, dal momento in cui la probabilità di insolvenza è praticamente nulla.
Queste tariffe sono superiori a quelle di mercato in molte occasioni, per cui a seconda dei momenti di mercato è molto probabile che convenga guardarsi intorno e valutare la possibilità di sottoscrivere una normale cessione del quinto. Ovviamente molto dipende dall’andamento dei tassi di interesse, pertanto è una soluzione da valutare di volta in volta.
Prestiti pluriennali INPS (ex Inpdap)
In questa seconda sezione ci concentriamo invece sui prestiti pluriennali che possono essere richiesti dai dipendenti pubblici all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
Come funzionano i prestiti pluriennali INPS
Anche in questo caso si può avviare la procedura in via telematica, collegandosi al servizio dedicato sul sito dell’INPS ed accedendo con le proprie credenziali SPID o con il PIN personale. A cambiare, invece, sono sia gli importi che la durata:
- Puoi rientrare della somma che hai richiesto in 5 o 10 anni; dopo due anni dall’attivazione del rientro a 5 anni, puoi chiedere la dilazione fino a 10 se ti accorgi di avere difficoltà a gestire la situazione.
- La cifra che puoi richiedere è direttamente proporzionale al tuo stipendio. Dal momento in cui ogni rata non può essere superiore al 20% (il quinto) del tuo stipendio, moltiplicando questa cifra per il numero di rate otterrai l’importo finanziabile in questo modo.
Cambia anche la finalità del prestito. Se per i piccoli prestiti non è necessario fornire una spiegazione dello scopo della richiesta, i prestiti pluriennali vengono concessi soltanto per motivazioni stabilite da regolamento. Queste variano anche tra prestiti con rientro a cinque anni e prestiti con rientro a dieci. Tra le motivazioni valide (non sono tutte) troviamo:
- Nascita di un figlio
- Calamità naturali
- Furti, rapine e simili
- Acquisto di un’automobile
- Iscrizione a corsi di laurea
- Acquisto di una casa (solo rientro a dieci anni)
Richiedere un prestito pluriennale INPS conviene?
Nuovamente dobbiamo tornare a ragionare sui tassi di interesse applicati dai prodotti ex Inpdap, confrontandoli con quelli di mercato. L’istituto di previdenza applica i seguenti costi:
- 3,5% di tasso di interesse fisso nominale annuo
- 0,5% per coprire le spese amministrative
- Una cifra variabile per il fondo di copertura dei rischi
Al momento i tassi fissi proposti dalla maggior parte degli istituti di credito è inferiore, quindi in questo preciso periodo storico non è granché conveniente attivare uno di questi finanziamenti. In passato la situazione era diversa, ma i tassi non sono poi stati adeguati alle condizioni attuali di mercato.