Il caso della discoteca in cui hanno trovato la morte cinque adolescenti e una mamma che aveva accompagnato la figlia al concerto non è isolato, anzi. Sembra essere una moda
ANCONA – Lo spray al peperoncino o urticante sembra essere diventato una moda e i precedenti sono diversi e registrati quasi sempre durante i concerti di musica trap. Addirittura in quattro occasioni, proprio ai concerti di Sfera Ebbasta, che avrebbe dovuto esibirsi anche alla Lanterna Azzurra, teatro della tragedi, a Corinaldo, nell’Anconetano.
E’ allarmante dunque l’uso di spray urticanti in luoghi chiusi ma quanto accaduto con la strage dell’Immacolata ha fatto emergere il fenomeno nella maniera più tragica e allo stesso tempo incosciente.
Il 31 agosto 2017 a Ponte Alto (Modena) un concerto di Sfera Ebbasta è interrotto dal fuggi-fuggi innescato dallo spray al peperoncino: sette ragazzini vennero soccorsi dai volontari e in due finirono in ospedale. Il 9 settembre 2017 a Mondovì (Cuneo) successe al concerto di Ghali ed un minorenne finì all’ospedale. Poi ancora il 10 dicembre dello scorso anno, in provincia di Ravenna, sempre durante uno concerto di Sfera Ebbasta. In quel caso venne nebulizzata capsaicina.
Ma di casi ce ne sono ancora. Lo scorso 5 marzo nel modenese, durante una serata di Gué Pequeno una bomboletta urticante scatenò il panico. E l’estate scorsa, il 6 luglio, a Cinisello Balsamo, lo spray al peperoncino ancora ad un concerto di Sfera Ebbasta. Di casi come questo se ne contano altri; ultimo, prima della strage nell’anconetano, quello dell’Alcatraz di Milano durante il live del trapper Achille Lauro. Una ragazza venne raggiunta al volto dalla capsaicina.
Lo stesso Achille Lauro, in un’intervista ammette “lo spray al peperoncino? è la nuova moda tra i giovani”. Una moda che però, due giorni fa, ha ucciso. Per avere una bomboletta urticante in Italia, basta avere 16 anni e recarsi in farmacia, al supermercato o sulle principali piattaforme elettroniche. Dovrebbe servire per difendersi ma c’è chi ne fa un uso improprio utilizzandola come arma di offesa per violenze, rapine o episodi di teppismo e il caso della tragedia di Corinaldo impone certamente una riflessione.
Intanto è stato identificato il ragazzo che avrebbe usato lo spray, quello con il cappuccio che venerdì 7 dicembre avrebbe utilizzato lo spray nella discoteca trasformando una serata che avrebbe dovuto essere di divertimento e spensieratezza, in una trappola mortale. Il ragazzino è residente nella provincia, è stato identificato sulla base delle testimonianze raccolte dagli inquirenti. A causa di quel momento di incoscienza purtroppo cinque adolescenti – Asia Nasoni, Daniele Pongetti, Emma Fabini, di Senigallia, Benedetta Vitali, di Fano, Mattia Orlandi di Frontone e una mamma di 4 figli, di 39 anni, Eleonora Girolimini sono morti e decine sono i feriti. E poi c’è la questione sicurezza del Club Lanterna Azzurra di Madonna del Piano a Corinaldo, dove sarebbero stati presenti circa 1400 ragazzi, quasi tutti adolescenti troppi rispetto alla capienza del locale. Ma i numeri delle matrici dei biglietti staccati sarebbero inferiori.
Le indagini dunque si muovono proprio su questi due fronti: il ragazzino che ha scatenato il panico, la discoteca sovraffollata e le misure di sicurezza. I reati al vaglio sono, nel caso del soggetto che ha usato lo spray, di morte come conseguenza di altro reato o omicidio preterintenzionale. Nel caso dei gestori del club, l’omicidio colposo.