TARANTO – Il gip di Taranto Patrizia Todisco ha detto no al piano formulato dall’Ilva di interventi immediati per il risanamento degli impianti inquinanti. No anche al mantenimento di un minimo di produzione chiesto dall’azienda. La decisione è contenuta nel provvedimento depositato poco fa dal giudice in cancelleria. “Non c’é spazio per proposte al ribasso da
parte dell’Ilva circa gli interventi da svolgere e le somme” da stanziare. “I beni in gioco – salute, vita e ambiente, ma anche il diritto ad un lavoro dignitoso ma non pregiudizievole della salute di un essere umano – non ammettono mercanteggiamenti”.
Hanno reso noto che fanno lo sciopero della fame e della sete e che intendono proseguire la protesta a oltranza i nove lavoratori dell’Ilva che sono saliti questa mattina per protesta sulla passerella in cima al camino E312 dell’area agglomerato, a circa 70 metri d’altezza.
“Stiamo lavorando per cercare di fare uno sciopero nella giornata di domani, ma ne stiamo ancora discutendo e attendiamo di incontrare questo pomeriggio alle 16 il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante”, ha detto all’ANSA Il segretario provinciale della Fim Cisl, Mimmo Panarelli, dopo aver parlato con i delegati di fabbrica che hanno avuto un confronto con il dirigente del personale dell’acciaieria.”Ho 35 anni, tre figli e un mutuo da pagare non siamo estremisti aziendali. Vogliamo anche noi un ambiente migliore in cui lavorare ma anche mantenere il nostro posto di lavoro a tutti i costi”, ha detto all’ANSA uno dei nove lavoratori sulla passerella in cima al camino E312 dell’area agglomerato dell’Ilva.Presidio, tensione alle stelle Centinaia di lavoratori dell’Ilva si sono radunati nei pressi della direzione dello stabilimento, nella parte interna, in attesa di conoscere le decisioni del gip sulla richiesta dell’azienda di continuare la produzione. E’ in corso una riunione tra i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm. Un’altra cinquantina di operai sosta all’esterno della direzione. I custodi giudiziari, a quanto si é appreso, hanno sollecitato le operazioni di spegnimento degli Altiforni 1 e 5.Alcuni operai sono saliti in cima al camino E312 dell’area agglomerato dell’Ilva per manifestare il proprio disagio e la preoccupazione per il futuro occupazionale. Lo si è appreso da fonti aziendali. Contemporaneamente da ieri sera gruppi di operai si stanno alternando sulla torre di smistamento dell’altoforno 5 dove hanno anche issato uno striscione con la scritta ‘Lavoro e’ dignita”.Hanno trascorso tutta la notte sulla torre di smistamento dell’altoforno 5 (il più grande d’Europa), a 60 metri di altezza, cinque operai dell’Ilva che ieri sera hanno deciso di manifestare in questo modo la loro preoccupazione per il futuro reso incerto dalle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la fabbrica dopo il sequestro degli impianti dell’area a caldo perché inquinanti. La zona è presidiata da vigili del fuoco e ambulanze per prevenire eventuali emergenze.Uno dei cinque operai ha consegnato una lettera al segretario provinciale della Uilm, Antonio Talò, che si è recato sul posto per manifestare la solidarieta del sindacato. “Aiutateci, non spezzate il mio futuro” scrive tra l’altro l’operaio, un giovane lavoratore sposato e padre di due figli. I cinque operai intenderebbero proseguire ad oltranza questa forma di protesta, avendo già ricevuto la solidarietà dei loro colleghi di reparto.I lavoratori si sono issati sulla cosiddetta ‘torretta di smistamento’ dell’Afo5, tra il nastro 11 e il nastro 12 dove avviene il caricamento dell’impianto. Per questo altoforno, secondo le disposizioni impartite dai custodi giudiziari il 17 settembre, è previsto lo spegnimento e il completo rifacimento per risanare l’impianto dal punto di vista ambientale. Stessa cosa è prevista per l’Afo1, mentre per l’Altoforno 3 sono previste la dismissione e la bonifica oppure, in alternativa, il suo completo rifacimento.Volantinaggio della Fim-Cisl dalle 6 di questa mattina davanti all’Ilva di Taranto. “In merito alla protesta avviata ieri sera da alcuni lavoratori del reparto AFO5, i quali hanno occupato una “Torre” dell’AFO 5 (alta circa 60 metri) la FIM Cisl di Taranto, che già da ieri è stata vicina ai manifestanti con le proprie RSU – si legge in un comunicato – pur comprendendo il clima di esasperazione presente all’interno dello stabilimento, è fortemente preoccupata per queste proteste estreme, il cui dilagarsi metterebbero a serio rischio l’incolumità di ogni lavoratore, aggravando ulteriormente uno scenario già pesante”.