Cosca Lanzino e appalti: arrestati ‘rischiano’ libertà, Trematerra il carcere

Tra una settimana scadranno i termini entro i quali i giudici si sarebbero dovuti pronunciare.

 

CATANZARO – Processo Acheruntia ancora al palo. Ieri il gip Gioia del Tribunale di Catanzaro ha dichiarato la nullità delle richieste di rinvio a giudizio a carico degli imputati nell’operazione sulla presunta ‘compravendita’ di voti e appalti nel circondario di Acri. Il cavillo burocratico che ha permesso di rinviare ulteriormente l’inizio del processo è da attribuire ad un problema tecnico. Il pm Pierpaolo Bruni, infatti, avrebbe depositato le richieste un giorno prima della chiusura delle indagini. Gli atti sono quindi stati trasmessi nuovamente alla Direzione Distrettuale Antimafia, ma i tempi previsti dalla legge andranno oltre il 7 luglio. Ciò comporterà che essendo trascorso un anno dagli arresti tutti gli imputati sottoposti a misura cautelare saranno scarcerati. Tornerà in libertà l’ex consigliere comunale di Acri Angelo Gencarelli, braccio destro dell’allora assessore regionale all’agricoltura Michele Trematerra il quale avrebbe, secondo gli inquirenti, lavorato per garantire gli interessi della cosca Lanzino nel territorio tra Acri e Tarsia. Attraverso la collaborazione di Giuseppe Perri, sarebbe stata attivata una rete tale da far scivolare ogni tipo di appalto pubblico a società vicine al clan o comunque a questo assoggettate. Perri però non tornerà a piede libero, in quanto detenuto ancora in regime di alta sicurezza per l’omicidio di Tonino Sena.

 

Insieme a lui resteranno dietro le sbarre, perchè gravati da altri reati, Adolfo D’Ambrosio e Rinaldo Gentile. In libertà invece tornerebbe Massimo Greco ora sottoposto ai domiciliari (con autorizzazione al lavoro) e Gianpaolo Ferraro. Su Salvatore Gencarelli invece già da tempo non grava alcuna misura di custodia cautelare. Rischia invece di finire dietro le sbarre l’ex assessore ‘scopellitiano’ Trematerra. Per il politico, che non venne arrestato all’indomani dell’operazione, la Cassazione ha accolto la richiesta di carcerazione della DDA e disposto che il Tribunale del Riesame si esprima in merito. Non è quindi da escludere che se i giudici dovessero accogliere l’istanza dell’antimafia Michele Trematerra possa a distanza di un anno, contrariamente ai suoi ‘colleghi’, ritrovarsi ristretto in carcere. Tra i destinatari degli avvisi di garanzia notificati nel corso dell’operazione Acheruntia risultano anche: Abbruzzese Elio, Abbruzzese Francesco, Belsito Luigi, Bevilacqua Giuliano, Bruno Alfredo, Burlato Giuseppe, Cappello Domenico, Caruso Franco (nato a Lattarico il 02.02.59), Cello Andrea, Cofone Angelo, Dolce Claudio, La Greca Enzo, Maiorano Luigi, Martorino Gemma, Perri Giuseppe, Rosa Antonio e Tarsitano Giuseppe.

I SETTE ARRESTI DELL’OPERAZIONE ACHERUNTIA

Giuseppe Perri, detto “Zio Pino”, 59 anni; già detenuto

Schermata 2015-07-07 alle 12.25.22

Angelo Gencarelli 59 anni;

Schermata 2015-07-07 alle 12.24.33

Gianpaolo Ferraro 35 anni;

Schermata 2015-07-07 alle 12.28.49

Rinaldo Gentile, detto “Zio Rinaldo”, 65 anni.

Schermata 2015-07-07 alle 12.26.10

Sottoposti agli arresti domiciliari:

Salvatore Gencarelli, 51 anni;

Schermata 2015-07-07 alle 12.28.07

Massimo Greco, 33 anni;

massimo greco

Adolfo D’Ambrosio 58 anni

Schermata 2015-07-07 alle 12.27.35

 

 

 

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