Per far fronte alle minacce del terrorismo è necessario individuare priorità strategiche e aumentare la capacità di azione sia sul versante degli investimenti tecnologici che sul piano delle risorse umane.
COSENZA – Dopo gli ultimi attentati a Bruxelles, è emersa ancora più insistentemente l’esigenza di avere a disposizione nuovi strumenti per far fronte alla minaccia del terrorismo e la proposta del Governo di non includere gli investimenti in sicurezza nei paletti del Patto di Stabilità è “legittima e necessaria”. Per la sicurezza infatti sono necessari, in questo periodo storico, maggiori investimenti soprattutto per le attività di Intelligence.
La pensa così Mario Caligiuri, direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria che sottolinea: “meno James Bond e più George Smiley, cioè meno spericolati eroi solitari e più persone che lavorano quotidianamente sul campo insieme ad analisti capaci di uno sguardo lungo. Investire in sicurezza significa difendere libertà e democrazia. Questo consente di alzare la guardia sulle frontiere cyber ma anche, nell’immediato, di individuare risorse e strumenti legislativi per far fronte alle nuove minacce”.
Mario Caligiuri ha spiegato l’importanza di investire nel sistema Intelligence ai microfoni di Rlb Radioattiva
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Secondo Caligiuri dunque, è necessario anche imprimere un ordine culturale che vada nella direzione della formazione per combattere il fondamentalismo: “Gli attentati di Bruxelles hanno confermato, una volta per tutte, che non si può perdere tempo. Oggi il dibattito è sulla necessità di costruire una Intelligence comune europea. Una prospettiva che per realizzarsi – spiega il professore Caligiuri – necessita di un salto di qualità politica dell’Unione Europea. L’intelligence è comunque un’attività globale, rivolta a tutta la popolazione che dovrebbe essere educata a raccogliere, distinguere e riconoscere ed analizzare notizie e dati per poter ricavare informazioni utili alla prevenzione di attività destabilizzanti di qualsiasi natura.