Il decesso, secondo gli inquirenti, si sarebbe potuto evitare se il piccolo fosse stato soccorso in maniera adeguata.
PAOLA (CS) – Un calcio ad un pallone e un vetro in frantumi. Tento è bastato per stroncare la vita di un bambino di sette anni di Guardia Piemontese. Carmine Ricco lo scorso giugno si trovava in cortile intento a giocare con un’amichetta quando un banale incidente lo ha portato alla morte. A dar lui il permesso di uscire era stata la baby sitter dopo aver contattato i genitori, entrambi impegnati al lavoro presso le Terme Luigiane. Con un colpo la palla finisce contro il portone rompendo la vetrata che nell’infrangersi a terra recide l’arteria femorale del piccolo. Viene subito chiesto l’intervento immediato del 118. Ma qualcosa non funziona nella macchina organizzativa della gestione delle urgenze sanitarie cosentine. Dal momento della chiamata all’arrivo in ospedale passa oltre un’ora. Il bimbo è ormai privo di sensi quando arriva all’Annunziata e viene operato. Il decesso avverrà infatti poche ore dopo essere uscito dalla sala operatoria. A chiedere di far luce sulla vicenda sono stati i genitori che hanno denunciato gravi ritardi e inefficienza nei soccorsi prestati al figlio. L’ambulanza infatti pare fosse già in estremo ritardo quando ha raggiunto l’abitazione della famiglia Ricco. La dottoressa di turno inoltre, secondo l’accusa, oltre a non aver comunicato in maniera efficace con la centrale operativa del 118 e aver deciso di aspettare l’elisoccorso, invece di trasportarlo al Pronto Soccorso di Cetraro, avrebbe in attesa dei colleghi praticato una emostasi della ferita totalmente inadeguata per quel tipo di ferita.
Nel frattempo, proprio per l’aleatorietà delle informazioni fornite dagli operatori del 118 ai piloti dell’elisoccorso si erano create incomprensioni sul punto di atterraggio del velivolo. L’operazione sarebbe potuta avvenire tranquillamente nel parcheggio dell’ospedale di Cetraro il che avrebbe inoltre consentito di fornire al bambino le prime cure, ma non è dato sapere il motivo che ha fatto scegliere ai sanitari intervenuti di attendere il trasferimento all’Annunziata. Legata e compressa in maniera maldestra l’arteria verrà curata solo all’arrivo a Cosenza, quando ormai il piccolo Carmine ha già perso conoscenza e un’enorme quantità di sangue. Ieri la Procura di Paola ha provveduto a notificare la richiesta di rinvio a giudizio a quattro delle persone indagate per omicidio colposo. Si tratta della baby sitter (accusata di non aver vigilato adeguatamente sul minore), dell’autista dell’ambulanza, della dottoressa e dell’infermiera del 118 intervenuti sul posto. Archiviata la posizione dei sanitari dell’Ospedale di Cosenza che hanno operato il bambino i quali avrebbero eseguito tutte le manovre previste dal protocollo. L’udienza preliminare è stata quindi fissata per il prossimo 5 luglio.