Secondo quanto deciso non saranno riesaminati gli elaborati, oggetto di contenzioso, ma si procederà a formulare la graduatoria dei 1.875 considerati idonei con temi totalmente “sballati”.
ROMA – Uno scandalo senza precedenti, un concorso che si è trascinato per anni e sul quale, date le irregolarità riscontrate, è dovuta intervenire la magistratura e il Capo della Polizia; ma che, tuttavia, oggi si è concluso con un nulla di fatto. Parliamo del famoso “concorsone” interno, per la selezione di 1.400 posti di Vice Ispettori. Una vera e propria assurdità, inconcepibile da chi, al contrario, dovrebbe rappresentare ed essere esempio di quella integrità e onestà che (osservando la conclusione del ‘concorsone’) non risulta tale. Dopo il danno, infatti, arriva anche la beffa: proprio perchè secondo quanto deciso non saranno riesaminati gli elaborati, oggetto di contenzioso, ma si procederà a formulare la graduatoria dei 1.875 idonei. Gli stessi “idonei” che, esaminando le tracce della loro prova scritta, non erano da considerarsi tali.
Facciamo un breve sunto: nel giugno 2014 si svolse la prova preselettiva con 22mila candidati ed alla quale risultarono idonei 7.032; a gennaio 2015 poi la prova scritta (consistente nella stesura di un elaborato di diritto penale), conclusa da 6.355 candidati ed alla quale risultarono idonei 2.127 candidati con una votazione superiore a 35/50. Dopo 11 mesi, a dicembre 2015, venne diffusa la lista degli idonei che subito suscitò dubbi sull’attribuzione dei voti. Infatti più di 1.400 superarono la prova con il voto di 35/50. Il sospetto scattò all’uscita della graduatoria, dalle distribuzioni statisticamente impossibili dei punteggi. Agenti, che avevano fatto un tema eccellente, scartati. E, al contrario, chi era andato totalmente fuori traccia o aveva fatto innumerevoli errori, anche grammaticali, era stato ammesso. La gravità sta nel fatto che si sono dichiarati corretti compiti che non sono stati nemmeno visionati. Subito il ricorso collettivo al TAR e si costituì l’Associazione di agenti “Tutela e Trasparenza” (nata proprio su iniziativa di alcuni appartenenti alla Polizia di Stato al fine di evidenziare, gestire e risolvere le incongruenze rilevate all’uscita della graduatoria della prova scritta del concorso interno per i 1.400 Vice Ispettori). Furono proprio loro a visionare, uno per uno, tutti gli elaborati “sballati” e ne uscì un polverone. Errori sintattico grammaticali diffusi; errori concettuali grossolani e confusione su elementi basilari di diritto penale tali da stravolgerne completamente le basi; elaborati singolarmente identici a libri di testo e/o da documenti rinvenuti sulla rete internet; elaborati con segni o con messaggi di testo rivolti alla commissione (ad esempio: si ringrazia per l’attenzione, nota per il funzionario che corregge, scusate per la calligrafia e grazie).
Errori che, tuttavia, ad oggi non sono serviti ad annullare il concorso o considerare gli idonei non idonei. Infatti lo scorso 22 maggio, il Capo della Polizia ha affermato a Roma che a settembre partiranno tutti i 1.875 idonei, aggiungendo che “gli enormi sforzi fatti attraverso la sua opera e quella della commissione di verifica sulla correttezza della procedura concorsuale (presieduta dal vice Capo Prefetto Matteo Piantedosi), sono stati vanificati dal fermo rifiuto della commissione esaminatrice (presieduta dal Prefetto a riposo Luciano Rosini) di procedere alla auspicata e suggerita ricorrezione degli elaborati ritenuti non idonei.”
Porte in faccia, dunque, per tutti gli agenti davvero meritevoli i cui elaborati erano stati respinti ingiustamente e una volta riesaminati privatamente erano stati, invece, considerati degni di promozione. Ma nulla da fare a trionfare è stato il “papocchio”, così come si legge in una nota dei poliziotti di “Tutela e Trasparenza”, che hanno espresso tutta la loro amarezza e indignazione. “Infatti a trionfare non sono stati i colleghi idonei – si legge – la maggioranza meritevoli, ma il papocchio: quello delle voci della traccia ricevuta in sogno, degli elaborati per i quali andrebbe tolta la qualifica di agente e chi li ha scritti, degli errori di abbinamento, del bando ripetutamente violato, dei verbali postumi della prova orale, delle inspiegabili bocciature alle prove psico-attitudinali. Ancora una volta ad essere sconfitta è stata la Giustizia, annientata dalla assurda legittimazione del papocchio.” Quella stessa giustizia di cui tanto parlò, lo scorso marzo, il Capo della Polizia Franco Gabrielli: “Noi non possiamo essere credibili nel momento in cui andiamo fuori a far rispettare la Legge e non siamo noi i primi a rispettarla, è qualche cosa che credo non possa andare”. Ebbene, oggi, quella credibilità inizia a vacillare o forse tali regole non valgono per ogni cosa, nel caso di questo concorso non si applicano.
Da qui l’appello dei poliziotti, rivolto proprio al Capo della Polizia: “Il nostro Capo ce lo dica direttamente, lo dicesse alle donne e uomini della Polizia di Stato, a quelli che hanno creduto nelle sue parole e che hanno continuato a fare il proprio lavoro garantendo ogni giorno il rispetto delle regole, quelle stesse regole che dovremmo vedere violate in casa nostra senza reagire. Ebbene, egregio sig. Capo della Polizia, noi pensiamo sia proprio così: il messaggio di non corretta valutazione è devastante, così come devastante è l’ingiustizia che, per sua natura, è contraria alla Legge“.