Associazioni come l’ASTI, l’Acid Survivors Trust International, da anni attive contro queste orrende pratiche, denunciano oltre 3.500 casi avvenuti solo negli ultimi 14 anni in Bangladesh, Pakistan o Afghanistan. Una pratica quella di sfregiare con l’acido che purtroppo ha preso piede anche in Italia.
In alcuni Paesi musulmani questa terrificante pratica è così diffusa che addirittura alcune guide spirituali invitano i fedeli a sfregiare con l’acido i volti delle donne che usano i cellulari, che disobbediscono agli ordini, o che escono da casa senza permesso oltraggiando l’onore di parenti e mariti. Ma anche i Paesi dell’America latina conoscono molto bene il fenomeno delle donne deturpate dall’acido. Una modalità vigliacca, orrenda, aggressiva e violenta e purtroppo il rischio emulazione è molto diffuso. Ma qui non siamo in Bangladesh, Pakistan o Afghanistan, o in Colombia dove il reato di attacco con l’acido non è neanche classificato, e viene considerato alla stregua di una qualunque aggressione personale. Qui siamo in Italia, e questa modalità è legata a violente e crudeli spedizioni punitive e da qualche anno a questa parte ha preso piede in maniera allarmante. L’utilizzo dell’acido muriatico contro le vittime designate sta purtroppo aumentando vertiginosamente negli ultimi mesi.
L’ultimo caso nel nostro Paese, è quello che ha visto vittima Gessica Notaro, la ventottenne di Rimini sfregiata dall’acido. Dopo l’aggressione la ragazza, ex finalista di Miss Italia e addestratrice all’acquario di Rimini, ha denunciato l’abbandono da parte dello Stato, che non le ha riconosciuto alcun risarcimento, costringendola a sostenere da sola spese mediche elevatissime. L’ex fidanzato di Gessica Notaro è stato rinviato a giudizio per stalking. Ma come lei, non tutelata e non aiutata ad affrontare il futuro c’è anche William Pezzullo e non solo.
“Negli ultimi quattro anni in Europa si è assistito ad un aumento del 120% degli attacchi con l’acido. Solo a Londra tra il 2011 e il 2016 le aggressioni sono state 1500 e di queste, 431 solo nell’ultimo anno con un aumento del 250% rispetto all’anno precedente. Non si tratta solo di aggressioni compiute da ex partner, ma anche da gang rivali, commenta l’avvocato Lorenzo Puglisi, Presidente e fondatore dell’associazione SOS Stalking che è intervenuto stamattina ai microfoni di Rlb nel corso della trasmissione Informattiva.
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Il rischio più grave? L’emulazione
“Al momento, il legislatore, forse ancora impreparato a una fattispecie di tal genere, risponde con il reato di lesioni gravissime, per cui la pena edittale prevista è la reclusione da sei a dodici anni – se dal fatto deriva la deformazione ovvero lo sfregio permanente del viso”. “Molte ancora le lacune del nostro sistema giudiziario, per poter accedere al fondo per le vittime, ad esempio bisogna avere un reddito inferiore a 11.500 euro all’anno e se l’aggressore è nullatenente il rischio è di non garantire alla vittime il giusto risarcimento. Si auspica, quindi, che i recenti fatti di cronaca possano scuotere al più presto il legislatore, spingendolo verso l’innalzamento della pena, inserendo contestualmente nelle scuole un corso all’educazione sentimentale” dichiara Puglisi che sottolinea anche un altro importante aspetto: “In Italia, la maggior parte degli episodi (in controtendenza rispetto ad altri Paesi europei) ha matrice passionale, e si è passati dagli 8 casi registrati nel 2013 ai 27 dello scorso anno. Il rischio più grave è l’emulazione, pertanto, non esistendo un antidoto per arginare il fenomeno nel breve periodo, non resta che lavorare sulle coscienze dei più giovani incentivando l’empatia con il prossimo”.
La vicenda di Gessica Notaro richiama immediatamente alla memoria quella di Lucia Annibali, l’avvocatessa pesarese sfregiata con l’acido nel 2013 da due sicari assoldati dall’ex fidanzato, Luca Varani, il quale non si sarebbe mai rassegnato alla fine della loro relazione, avvenuta dopo che lei aveva scoperto i tradimenti del compagno. “Un calvario, quello dello sfregio con l’acido – conclude Puglisi – che donne (ma anche uomini e bambini) subiscono nel 90% dei casi per mano di loro familiari, compagni o conoscenti”.