Il politico è accusato di far parte di una cupola segreta volta ad influenzare l’economia di cui facevano parte anche un prete, un pentito e una giornalista.
REGGIO CALABRIA – Un parlamentare anello di congiunzione tra la criminalità organizzata e le istituzioni. Con lui alla sbarra altre ottantuno persone accusate di essere in affari con la ‘ndrangheta per pilotare ogni cosa: posti di lavoro, appalti, concorsi pubblici, ecc. Un gruppo variegato, una “cupola di invisibili” potentissima, secondo gli inquirenti, capeggiata da i “De Stefano”, la potente cosca reggina. Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha nuovamente rigettato il ricorso per l’annullamento della custodia cautelare in carcere nei confronti del senatore del Gal Antonio Caridi. Il politico calabrese è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Mammasantissima”, relativa al sistema politico affaristico a Reggio Calabria, poi confluita nel processo Gotha. Caridi, accusato di associazione mafiosa, si e’ costituito in carcere nell’agosto dello scorso anno dopo che l’aula del Senato ha concesso l’autorizzazione all’arresto. Il Tdl aveva gia’ respinto un primo ricorso l’11 agosto dello scorso anno. A marzo la II Sezione penale della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dei difensori del senatore Caridi aveva annullato l’ordinanza confermativa della custodia in carcere, rinviando gli atti al Tdl per un nuovo riesame. Il riesame bis si e’ tenuto giovedi’ scorso, ed ha impegnato per tutta la serata i giudici del Tdl, che hanno discusso il caso per sette ore.
Oltre al senatore di Gal, Caridi sono indagati l’avvocato Giorgio De Stefano, l’ex parlamentare Paolo Romeo, l’ex sottosegretario della Regione Calabria Alberto Sarra, ed il dirigente della Regione CalabriaFrancesco Chirico. Secondo l’accusa avrebbero fatto parte della componente “riservata” della ‘ndrangheta che era al vertice dell’intera organizzazione. Per l’altro parlamentare Paolo Romeo la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale della Liberta’ emessa nel processo Gotha. In particolare, l’annullamento riguarda la violazione della legge Anselmi e costituzione di una associazione segreta aggravata da finalita’ mafiose, della quale l’avv. Romeo secondo l’accusa sarebbe il capo e che avrebbe avuto tra i suoi fini quello di condizionare la politica della Citta’ Metropolitana. Inoltre vengono annullati sia il capo di imputazione sulla vicenda dell’estorsione aggravata da metodo e finalità mafiose ai danni dei coniugi Idotta-Fiore per la vicenda Perla dello Stretto che quello della turbativa d’asta aggravata relativa alla vicenda GDM in concorso con gli imprenditori Chirico e Frascati; nonche’ quello della turbativa d’asta aggravata per vendita di un immobile in Gallico. Confermata l’ordinanza, invece, solo per il capo di imputazione riguardo alla turbativa d’asta aggravata per un immobile sottoposto a esecuzione immobiliare. La Suprema Corte ha poi rigettato il ricorso proposto dalla Procura della Repubblica avverso la decisione del Tribunale di Reggio Calabria che aveva escluso la intestazione fittizia aggravata contestata al Romeo con riferimento alla avvenuta costituzione del circolo Posidonia. Con tale decisione la Cassazione ha confermato la inconfigurabilita’ del reato dando ragione alla difesa e al Tribunale.
LEGGI ANCHE
Massoneria, politica e clan: coinvolti un prete, un pentito e una giornalista
(ECCO TUTTI I NOMI)
Politica collusa con la ‘ndrangheta, il Senato dice sì all’arresto di Caridi
Il senatore calabrese chiede di essere ‘arrestato’ dopo l’estate