Dall’esame autoptico si è rivelata la violenza inaudita: 12 coltellate inflitte e 20 colpi sul capo. E’ alquanto improbabile che nessuno abbia udito le grida.
CIRO’ MARINA (KR) – Restano tre gli iscritti nel registro degli indagati, del terribile omicidio della giovane Antonella Lettieri, la 42enne uccisa nel giorno della Festa della donna nella sua abitazione. I sospetti sembrano stringersi attorno ad una coppia di coniugi, S.F. un operaio di 50 anni e la moglie 48enne, F.A.; amici di vecchia data della vittima. L’altro iscritto è F.M., un uomo di 42 anni che sembra frequentasse Antonella e proprio la sera prima dell’omicidio, in occasione del suo compleanno, le aveva regalato un mazzo di fiori.
Le indagini proseguono a ritmo serrato, così come gli interrogatori dei vicini di casa, nessuno dei quali avrebbe udito nulla. Neanche un lieve rumore, un lamento, le grida; niente di niente. Tutto ciò stupisce e fa emergere forti dubbi. Lo stesso Colonello Salvatore Gagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, ha affermato: “E’ incredibile, nessuno collabora”. Dall’autopsia, infatti, è emerso che la donna è stata colpita ripetutamente con particolare ferocia. Colpi dolorosissimi che hanno generato forti grida. E’ improbabile che nessuno le abbia sentite. Una o più persone, secondo l’esame autoptico eseguito dal medico legale Isabella Aquila; hanno inflitto 12 coltellate su addome e braccia e oltre 20 colpi con un oggetto contundente (presumibilmente un martello) sul capo. Un delitto di una brutalità inaudita, senza alcuna pietà umana. Un quadro orribile, paragonato dallo stesso legale della famiglia Lettieri, Mariano Salerno, simile alla strage di Erba e del delitto di Garlasco.
Intanto sono al vaglio dei Ris di Messina, le tracce ematiche e genetiche, i reperti biologici, rinvenuti e prelevati sulla scena del delitto. Nella casa di via Cilea, infatti, macchie di sangue erano presenti ovunque, anche sui mobili all’ingresso. A partire da oggi, entro le prossime 48/72 ore si avrà il responso dei test del dna e dei reperti biologici. Con la speranza che, grazie a questi, l’assassino o gli assassini vengano alla luce e giustizia sia fatta.