In un anno a Verbicaro oltre 30 cani avvelenati; sale il numero anche a San Lucido, ultimo avvelenamento di un cucciolo di 5 mesi.
VERBICARO (CS) – Non si placa la strage degli innocenti: ogni giorno in Calabria, in quello che dovrebbe essere un paese civilmente avanzato, si stanno registrando casi di violenza sugli esseri viventi più deboli e indifesi. Spinti da, non si sa cosa (probabilmente una vera e propria malattia); gli esseri umani sono capaci di gesti crudeli ed efferati nei confronti dei nostri piccoli amici a quattro zampe. E ancora una volta ciò accade in provincia di Cosenza.
“Nella notte – si legge in un post sulla pagina Facebook di Carmine Dito, del Collegio Direttivo di Italia Nostra Altotirrenocosentino – di San Valentino, a Verbicaro, comune del Parco Nazionale del Pollino, il mio paese, si è compiuta l’ennesima strage: in un anno oltre 30 (trenta) cani uccisi, sterminati con l’utilizzo di veleni di estrema pericolosità. Precisamente un anno fa, Lupo e i suoi 23 amici sono rimasti vittime della crudele volontà di esseri indefinibili. A distanza di un anno, nella notte di San Valentino, forse gli stessi vigliacchi hanno ucciso, al momento, 8 cani tra cui la madre di questi cuccioli. Basta, basta, basta! Ci auguriamo che le forze dell’ordine riescano a risalire ai colpevoli e che per loro vi sia una condanna esemplare.”
Le carcasse dei poveri cagnolini sono state ritrovati vicino la chiesa della Madonna di Loreto; fortunatamente, tra questi vi erano ancora due cuccioli vivi, immediatamente sottoposti a cure specifiche, che sono riusciti a salvarsi. Ora sono stati presi in custodia da Italia Nostra. Da qui l’appello al primo cittadino di Verbicaro, affinchè si muova nel rintracciare i responsabili del gesto e li condanni pubblicamente, mettendo fine all’ondata di violenza. Una violenza che (come abbiamo notato negli ultimi tempi), ormai si registra ovunque in Calabria: “Succede anche a Grisolia – si legge sempre in un post su Facebook a commento di quello di Dito – noi stiamo provando a fondare un’associazione che si occupi di cani randagi e abbandonati.”
SAN LUCIDO (CS) – E ancora, è notizia proprio di ieri, di episodi di avvelenamento continui in alcune contrade di San Lucido. In molti casi il decesso degli animali è istantaneo, in altri provoca dolorosi disturbi e danni. Nel caso specifico: un cagnolino randagio, adottato da una famiglia di contrada Granoriso, è stato avvelenato nella nottata tra sabato e domenica, di cui si è saputa notizia successivamente. Dopo tutti gli accertamenti effettuati dal veterinario e dopo la denuncia sporta presso i carabinieri di San Lucido, da parte dei legittimi proprietari dell’animale; si attendono certezze e conferme che si sia trattato di un avvelenamento. La carcassa del cagnolino, che aveva solo 5 mesi di età, è ora al vaglio degli esami autoptici.
Ma gli avvelenamenti a San Lucido risalgono a tempi lontani e tale fenomeno di crudeltà sta facendo indignare parte della popolazione. Come dimenticare, ad esempio, il piccolo Rino, ucciso lo scorso ottobre con veleno di lumache, direttamente nel giardino di casa, mentre giocava e scodinzolava alla mano che gli ha offerto la morte. A denunciare l’accaduto fu la giovane proprietaria che lo ritrovò esanime sull’erba: “Non dava fastidio a nessuno”.
Tanti avvelenamenti anche a Paola ed a Fiumefreddo. Una pazzia, una frustrazione, una malattia (come scrivevamo poc’anzi) che spinge a fare ciò. Perchè? Cosa sta succedendo agli esseri umani che di umano non mostrano più nulla? Quello che doveva essere il loro migliore amico, viene ucciso barbaramente e senza motivo. E non resta che il vuoto..ciò che si presume caratterizzi la persona che compie tali gesti: vuota e senz’anima.
Foto di Settimio Alo’
