Stop a polizia e speculazione. Iniziativa di protesta all’Università della Calabria in segno di solidarietà agli studenti di Bologna aggrediti dalle forze dell’ordine.
RENDE (CS) – “Oggi 16 Febbraio, in molte Università si è espressa la solidarietà attiva ai compagni ed alle compagne di Bologna. A Palermo, Catania, Cosenza, Napoli, Roma, Pisa, Firenze, Bologna, Trento, Venezia, Padova gli studenti si sono ripresi i propri spazi, occupando rettorati ed ingressi delle biblioteche, ed esprimendo dissenso verso le strategie repressive che vengono messe in atto sia a livello fisico e sia a livello mediatico. La solidarietà – scrivono gli attivisti di Progetto Azadi in una nota – è giunta finanche dalla Francia e questo sottolinea il legame che tiene insieme la rabbia e l’odio di una generazione ingovernabile che è stanca di subire le politiche di austerità e repressive imposte da UE e governi neoliberisti. Il tempo del riscatto è arrivato, ora tocca sfidare l’esistente e creare conflitto sull’asfalto delle strade che quotidianamente attraversiamo.
In questa giornata all’Unical abbiamo occupato simbolicamente il ponte delle biblioteche, per ribadire che questi luoghi devono rimanere liberi da qualsiasi tornello e soprattutto dalla presenza delle forze dell’ordine. Successivamente sono stati sanzionati alcuni luoghi che oggi sono il simbolo della speculazione e dell’abbandono in atto nel nostro ateneo. Emblematico è il fatto che si voglia concedere gratuitamente per 40 anni uno spazio pubblico al centro del Campus per aprire l’ennesimo esercizio commerciale privato finalizzato a lucrare sui bisogni studenteschi. Il paradosso sta nel fatto che vengono chiusi spazi per studiare e aperti spazi per speculare. Troppi sono i luoghi chiusi ed abbandonati, tra questi anche gli ex uffici del Centro Residenziale e le aulette al piano terra del cubo 18c.
In particolare questo spazio è stato chiuso subito dopo che era stata ripreso, riqualificato e fatto rivivere attraverso pratiche di autogestione. Totalmente differente è l’opinione dei rappresentanti di dipartimento che vedono la soluzione al vandalismo nella chiusura degli spazi, nell’aumento di telecamere e nella presenza massiccia di forze dell’ordine all’interno dell’università. In decine abbiamo parlato in assemblea all’esterno di questo spazio e iniziato a organizzare dal basso l’esigenza collettiva di spazi da poter condividere e attraversare liberamente, fuori dal controllo e dagli orari dell’esamificio Unical. L’assemblea ha rilanciato un nuovo momento di confronto e partecipazione all’Università della Calabria all’interno del Cubo 18 C aula F4 (piano terra) per la prossima settimana, giovedì 23 febbraio alle 15:30. Non vogliamo sicurezza, la sicurezza siamo noi”.
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