L’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Plinius 2” ha svelato il condizionamento dei clan sulla vita sociale ed economica di Scalea, centro del tirreno cosentino.
SCALEA (CS) – Diciassette condanne e 3 assoluzioni: è la sentenza emessa dal gup di Catanzaro, Pietro Scuteri, a conclusione del processo con rito abbreviato nei confronti di 19 persone coinvolte nell’inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Plinius 2” che ha svelato l’attività delle cosche in grado di condizionare la vita sociale ed economica del centro dell’alto tirreno cosentino.
La pena più pesante, 10 anni ed 8 mesi di reclusione, è stata inflitta a Carmelo Valente, esponente del clan “Valente-Stummo”, operante sul tirreno cosentino in collegamento con la cosca Muto di Cetraro.
L’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Liberto e dal pm Pierpaolo Bruni, scattò il 21 maggio 2015 e portò all’arresto di 21 persone accusate di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, turbata liberta’ degli incanti, favoreggiamento personale, traffico di tabacco lavorato estero, ricettazione, calunnia, intralcio alla giustizia e violazioni di domicilio.
L’indagine rappresenta la prosecuzione dell’attività investigativa che nel luglio del 2013 aveva portato all’esecuzione di 39 ordinanze di custodia cautelare a carico anche di alcuni amministratori comunali di Scalea, tra cui il sindaco, 5 assessori e il comandante della polizia municipale. Da questo blitz il 25 febbraio del 2014 era stato infatti disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di Scalea.
Queste le condanne:
Ferdinando Aliberti (8 anni di reclusione);
Ettore Arcuri (8 anni);
Raimondo Barbaro (3 anni e 4 mesi);
Luca Carrozzini (6 anni e 8 mesi);
Franco Cipolla (1 anno);
Giuseppe Crusco (9 anni);
Antony Johnny Della Montagna (7 anni e 4 mesi);
Edone Esposito (7 anni e 4 mesi);
Gaetano Favaro (3 anni e 4 mesi);
Emilio Iacovo (6 anni e 8 mesi);
Gianclaudio Lombardo (1 anno);
Guido Maccari (3 anni, 5 mesi e 20 giorni);
Giuseppe Misiano (5 anni e 4 mesi);
Rocco Spaltro (3 anni);
Alessandro Stummo (1 anno);
Carmelo Valente (10 anni e 8 mesi);
Luigino Valente (7 anni e 4 mesi);
Le tre persone assolte sono invece Raffaele De Rosa, Antonio Mandato, Luigi Scornaienchi.