Si sono svolti nella palestra della scuola elementare ”Fernando Fabbiani” Città Sant’Angelo i funerali del cosentino Tobia Foresta e della moglie Bianca Iudicone, morti nell’Hotel Rigopiano di Farindola il 18 gennaio. In migliaia per l’ultimo saluto alla coppia andata al resort per festeggiare i 50 anni di Bianca. In chiesa fiori per lei e le canzoni di Lucio Battisti per Tobia. I colleghi: “vittime della burocrazia”
Città Sant’Angelo (PE) – Lo sguardo impietrito, smarrito e stanco del figlio Marco seduto in prima fila davanti alle due bare quasi interamente coperte dai fiori: rose rosse e bianche e un cuore di roselline sulla bara di Bianca, rose rosse e dalla maglia dell’Inter su quella di Tobia. Tra i fiori anche una corona inviata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I volti segnati dal dolore delle sorelle e dei fratelli, degli anziani genitori Antonietta, Pierino e Maria. Gli occhi gonfi di lacrime di parenti e amici. Ci sono i colleghi di lavoro e i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate di Pescara dove Tobia Foresta cosentino di nascita (città dove ha vissuto fino al 1990) lavorava da sempre, gli amici con i quali suonava le canzoni tributo di Lucio Battisti, le clienti del negozio che Bianca gestiva a Montesilvano con una delegazione dell’associazione commercianti e il presidente della Camera di Commercio Daniele Becci, i parenti arrivati dalla Calabria, dal Piemonte e dalla Puglia,
Ma c’erano anche centinaia di semplici cittadini e tantissime cariche istituzionali: il prefetto di Pescara Francesco Provolo, il colonnello della legione carabinieri Abruzzo Michele Sirimarco, il sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, i sindaci di Montesilvano, Silvi, Nicolosi (paese siciliano gemellato con Città Sant’Angelo) e Gabriele Florindi sindaco di Città San’Angelo dove i due coniugi vivevano, che per oggi ha proclamato il lutto cittadino. Bandiere a mezz’asta nelle sedi comunali e in tutti gli uffici pubblici del piccolo centro alle porte di Pescara e saracinesche degli esercizi commerciali abbassate in segno di partecipazione e lutto per quella coppia modello, che era nata e si era conosciuta in altre regioni d’Italia ma che era stata adottata da una comunità, quella abruzzese, che ora piange la loro morte. Una folla triste e silenziosa ha reso omaggio per l’ultima volta a Tobia e Bianca, 60 il prossimo due febbraio lui e 50 anni lei festeggiati proprio al Rigopiano, gli ultimi ad essere estratti dalle macerie ed identificati dal figlio Marco che per giorni ha sperato e pregato in un miracolo. Tobia e Bianca, li hanno trovati uno accanto all’altra come sempre, come ieri e come oggi nel loro ultimo viaggio.
Ieri la camera ardente allestita nella Casa Funeraria nel cuore del paese. Oggi pomeriggio alle 15.30 il rito funebre celebrato da don Nino Di Francesco della parrocchia di Sant’Agostino e don Camillo Lancia della parrocchia di San Michele nella palestra della scuola elementare ”Fernando Fabbiani” in via Aldo Moro nella parte a valle del paese alle porte di Pescara per onorare i coniugi Foresta, morti sotto la disastrosa valanga dell’Hotel Rigopiano di Farindola dove la coppia era andata a trascorrere qualche giorno di vacanza e relax festeggiando il compleanno di Bianca. Troppo piccola la chiesa del paese per contenere tutte quelle persone. Troppo grande il dolore di una comunità che nella tragedia del Rigopiano oltre ai Foresta piange anche Stefano Feniello vittima a soli 28 anni della valanga assassina e anch’esso residente a Città Sant’Angelo. Destini incrociati, crudeli e beffardi. In migliaia questo pomeriggio hanno voluto dare l’ultimo saluto a Tobia Foresta e alla moglie Bianca Iudicone.
Durante l’omelia, il parroco ha voluto ricordare così la coppia: “Tobia e Bianca hanno concluso la loro esistenza terrena mentre festeggiavano il compleanno di lei. Oggi vogliamo prolungare quella festa, che da terrena diventa spirituale, nel segno della speranza. Chiedo perdono per coloro che sono troppo facili ai giudizi e sparano a zero: amatevi da vivi sempre, perché ogni giorno siamo messi a morte“. Poi in chiesa la musica con le canzone di Lucio Battisti, quelle che Tobia cantava sempre ed il pezzo “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi”. Le frasi straziate dal dolore dei colleghi di Tobia: “lavoratore onesto e instancabile. Oggi siamo qui perché vogliamo restituirti parte di quell’amore che ci hai riservato in vita. Tobia e Bianca sono vittime di un tragico evento che si poteva evitare, vittime della burocrazia. Tobia eri un funzionario onesto e autorevole che sapeva ascoltare gli altri con sincera attenzione. Siamo pervasi da una vena malinconica e da sentimenti di grave ingiustizia”.
Nel frattempo è stato posto sotto sequestro quello che resta dell’Hotel Rigopiano e dell’area della valanga che mercoledì 18 gennaio ha distrutto il resort di Farindola provocando 29 morti. Il procuratore di pescara Cristina Tedeschini e il PMAndrea Papalia hanno nominato tre consulenti. E’ doveroso conoscere cosa sia successo 12 giorni fa, perché ci siano stati ritardi nei soccorsi e perché non siano stati inviate le famose turbine spazzaneve nonostante le richieste inviate proprio dal resort. Verità che si deve ai familiari dei morti ed anche agli 11 sopravvissuti.