Processo Acheruntia, nel corso dell’udienza preliminare uno degli indagati ha inteso rendere dichiarazioni spontanee.
CATANZARO – Si è tenuta oggi l’udienza preliminare per le ventitré persone coinvolte nell’operazione Acheruntia. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, concussione, corruzione elettorale, usura, frode informatica e porto abusivo di armi. Secondo gli inquirenti alcuni politici avrebbero utilizzato lo spessore criminale di sodali del clan Lanzino per accaparrarsi i voti necessari ad essere eletti per poi ‘barattarli’ con appalti e posti di lavoro. A fungere da tramite tra l’assessorato regionale all’Agricoltura e la cosca sarebbe stato Angelo Gencarelli, ex consigliere del Comune di Acri attualmente ristretto nel carcere di via Popilia in attesa di giudizio. Oggi al termine dell’udienza che si è svolta presso il Tribunale di Catanzaro il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati tranne Rinaldo Gentile che è stato già giudicato con rito abbreviato e per il quale è stata richiesta una condanna pari a nove anni di reclusione. Il prossimo 13 febbraio il gup di Catanzaro si esprimerà sulla posizione di Gentile e chiarirà chi tra i ventitré indagati sarà portato alla sbarra. Rischiano di finire a processo tutti fra politici, imprenditori e presunti affiliati al sodalizio criminale.
Il gup infatti dovrà decidere in merito ai reati contestati ad Abbruzzese Elio, Abbruzzese Francesco, Belsito Luigi, Bevilacqua Giuliano, Bruno Alfredo, Burlato Giuseppe, Cappello Domenico, Caruso Franco (nato a Lattarico il 02.02.59), Cello Andrea, Cofone Angelo, D’Ambrosio Adolfo, Dolce Claudio, Ferraro Gianpaolo, Gencarelli Angelo, Gencarelli Salvatore, Greco Massimo, La Greca Enzo, Maiorano Luigi, Martorino Gemma, Perri Giuseppe, Rosa Antonio, Tarsitano Giuseppe e Trematerra Michele. Al termine dell’udienza Massimo Greco ha inteso rendere delle dichiarazioni spontanee dinanzi al giudice. L’indagato nel corso del dibattimento ha sottolineato il proprio scetticismo sul suo coinvolgimento nella vicenda. “Non c’entro nulla, – ha affermato Greco in aula – non riesco davvero a capire come possa io essere stato inserito in quel contesto. Mi è capitato di parlare con alcuni dei destinatari degli avvisi di garanzia, ma non ho mai collaborato con loro in nessun tipo di attività. Li conosco e basta“. I legali difensori di Massimo Greco hanno quindi provveduto a depositare alcune perizie foniche, che riguardano il loro assistito, al fine di poterle confrontare con le voci captate nelle intercettazioni ambientali.
In foto: Angelo Gencarelli, Giuseppe Perri, Rinaldo Gentile ed Adolfo D’Ambrosio
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