Provincia
TRADIZIONE E STORIA
Il borgo che profuma di castagne. A Sant’Agata di Esaro una storia di sapori e identità lunga mezzo secolo
Dal 1975 la Sagra della Castagna racconta l’identità di un borgo e il legame con la sua terra. Un evento che unisce gusto, arte e tradizione nel cuore della Valle dell’Esaro
SANT’AGATA DI ESARO (CS) – Tra i vicoli del suggestivo borgo di Sant’Agata di Esaro, ogni angolo racconta una storia che si tramanda di generazioni: è quella che rivive con la sagra della Castagna ed è una delle più preziose. Tutto ebbe inizio nel 1975, grazie alla visione lungimirante dell’allora sindaco Edoardo Fasano, che ebbe l’intuizione di creare un evento capace di unire la comunità e valorizzare uno dei prodotti simbolo del territorio: la castagna. Quella che inizialmente nacque come una semplice festa paesana, animata da tavolate, musica popolare e profumo di caldarroste, si trasformò negli anni in un appuntamento di grande richiamo, fino a farla diventare la sagra più antica della Calabria.
Da oltre mezzo secolo, la Sagra della Castagna di Sant’Agata di Esaro non solo celebra il frutto che ha sfamato generazioni, ma racconta anche l’identità di un popolo che ha saputo custodire e rinnovare le proprie tradizioni. È una festa “portata dalle case”, come amano dire gli abitanti: nata dal cuore del paese e capace di contaminare i paesi vicini, creando un legame tra cultura, memoria e sapori autentici.
La Sagra della Castagna racconta l’identità di un borgo
Alle porte del centro storico ci ha accolto la vice sindaca Adriana Amodio, che con orgoglio ha sottolineato il valore profondo di questo appuntamento: “Questa sagra per noi è motivo di orgoglio. Una comunità intera si prepara tutto l’anno per vivere questi cinque giorni, per far scoprire ai visitatori le bellezze e i sapori autentici del nostro territorio. Dietro questi profumi e queste atmosfere c’è il lavoro, la passione e l’amore di tutta la Valle dell’Esaro”.
Oggi, a distanza di cinquantun anni, il lavoro e la dedizione seminati allora continuano a dare frutti: lo dimostra il successo straordinario di questa edizione, che ha visto migliaia di visitatori riscoprire il gusto genuino di una tradizione che non smette di rinnovarsi.
Il sindaco Mario Nocito e i gemellaggi del cuore
A raccontarci l’evoluzione e il significato profondo della Sagra della Castagna è stato il sindaco di Sant’Agata di Esaro, Mario Nocito, che con orgoglio ha sottolineato come questa manifestazione rappresenti molto più di una semplice festa popolare. “La nostra tradizione nasce dalle caldarroste fatte in casa, dai momenti di condivisione in famiglia e tra vicini. Negli anni 2000 c’è stata una svolta importante: abbiamo aperto la sagra all’artigianato, accogliendo espositori e visitatori da tutta la Calabria e oltre. Oggi la nostra è una delle sagre più antiche e meglio organizzate della regione, e il centro storico, con i suoi stand e la sua accoglienza, si è trasformato in un luogo ideale per valorizzare il territorio”.
Negli ultimi decenni, la Sagra della Castagna ha anche consolidato legami forti con altre comunità, attraverso gemellaggi che raccontano storie di migrazione, amicizia e identità condivisa. Primo è quello con Seregno, in Brianza, dove negli anni del dopoguerra si stabilì una numerosa comunità di sant’agatesi. Da quel legame, nato grazie alla musica e alla condivisione dei sapori di casa, è sbocciato un gemellaggio che oggi compie trent’anni. Durante la manifestazione, era presente il sindaco di Seregno, Alberto Rossi, che ha ricordato con emozione il significato di questa unione: “Seregno è diventata un punto di riferimento per tanti sant’agatesi. Oggi contiamo oltre 3.500 persone di origine o legate a Sant’Agata di Esaro: una comunità viva, radicata, che mantiene forti le proprie radici e contribuisce al cuore pulsante del nostro territorio”.
Il secondo gemellaggio è invece quello con Tomo San Giacomo, rappresentato dal sindaco Alessandro Oddo, legame più recente ma nato da radici lontane. “Tutto è cominciato negli anni Settanta – racconta Nocito – quando alcune famiglie di Tomo San Giacomo si trasferirono qui a Sant’Agata. Alcuni ex abitanti ci parlarono di quei legami, e da tre anni abbiamo voluto onorarli con un gemellaggio che rinsalda un’amicizia vera tra comunità”. Così, tra il profumo delle caldarroste e i suoni della festa, la Sagra della Castagna continua a essere non solo un omaggio al gusto e alla tradizione, ma anche un simbolo di unità e memoria collettiva, capace di unire generazioni e territori nel segno dell’identità e dell’accoglienza.
Nel cuore del borgo: il Museo dei Saperi e del Gusto
Oltre alle castagne e alle caldarroste che profumano le stradine del borgo, la nostra visita a <strong”>Sant’Agata di Esaro è stata anche un viaggio alla scoperta delle sue attrazioni culturali e identitarie, che raccontano la storia e l’anima di questa comunità. Partendo dall’Enoteca Comunale, un elegante spazio dedicato alla valorizzazione dei vini e dei prodotti locali, ci siamo addentrati nel cuore del centro storico fino a raggiungere il Museo dei Saperi e del Gusto, diretto da Bruno Ranujo.
Un luogo che è molto più di un semplice museo: è una vera e propria testimonianza vivente della memoria collettiva di Sant’Agata e della Valle dell’Esaro. All’interno delle sue sale, il tempo sembra essersi fermato. Gli ambienti custodiscono strumenti, arredi e oggetti originali che raccontano i mestieri di un tempo: falegnami, sarti, calzolai, fabbri e artigiani che, con le loro mani, hanno costruito la quotidianità del borgo. Ogni stanza è un racconto, un tuffo nel passato fatto di gesti, profumi e materiali autentici.
Accanto ai mestieri, il museo celebra anche l’arte del gusto, con uno spazio dedicato ai sapori della Valle dell’Esaro: un percorso sensoriale che rievoca la cucina contadina e i prodotti tipici che hanno reso celebre la zona, dalla castagna alle conserve, dai formaggi ai dolci della tradizione, come abbiamo potuto gustare all’interno del “Funnucu” luogo dove abbiamo visto l’elaborazione della buonissima “Polpetta di Maruggiu” da parte delle donne di Sant’Agata, un vecchio ristoro come negli tempi che furono dei viandanti e che hanno dato accoglienza e ristoro anche a noi di quicosenza ospiti di questa famosissima sagra.
Come racconta Bruno Ranujo “Questo museo nasce per custodire la memoria del lavoro, ma anche per trasmettere ai giovani l’amore per le proprie radici. Ogni oggetto, ogni foto, ogni profumo racconta chi siamo e da dove veniamo”. Un luogo che unisce passato e presente, e che dimostra come la Sagra della Castagna non sia solo una festa gastronomica, ma anche un’occasione per riscoprire la storia, la cultura e l’identità di un territorio che vive e respira tradizione.
L’arte tra i vicoli: la via del cinema e i murales di Castellaura
Camminando tra i vicoli di Sant’Agata di Esaro, ogni angolo regala una sorpresa, ma uno dei percorsi più suggestivi è senza dubbio quello di Castellaura, dove l’arte incontra la storia del cinema. Qui, tra le antiche mura del borgo, prende vita un progetto unico nel suo genere, ideato e portato avanti da un giovane artista sant’agatese che ha voluto trasformare le pareti del centro storico in una galleria a cielo aperto.
Il progetto, intitolato La via del cinema, racconta in undici murales le tappe fondamentali della settima arte: dalle scene del cinema muto fino ai grandi protagonisti dell’epoca contemporanea. Ogni opera, realizzata con un tratto riconoscibile e uno stile coerente, accompagna il visitatore in un viaggio visivo ed emozionale che attraversa oltre un secolo di immagini, volti e sogni.
Tra i personaggi raffigurati, spicca Charlie Chaplin, dipinto proprio sulla facciata dell’antica casa dei nonni dell’artista: un gesto simbolico che unisce memoria familiare, affetto e passione per l’arte. “Al momento ho realizzato quasi undici murales,” racconta l’artista. “Tutti seguono uno stile unico, per dare continuità al percorso. L’idea è quella di far vivere la via del cinema come un’esperienza: camminando tra i vicoli, si può respirare l’atmosfera dei film e della creatività. E non mi fermo qui — continuerò a dipingere e creare nuovi murales per far crescere ancora questo progetto.”
Oggi la via del cinema di Castellaura è diventata una delle mete più fotografate e amate dai visitatori della Sagra della Castagna: un esempio concreto di come l’arte possa rigenerare gli spazi e raccontare la storia di un paese con linguaggi nuovi.
Quando il castagno diventa arte: le sculture di Salvatore Gallo
A Sant’Agata di Esaro, la castagna non è soltanto un frutto da gustare, ma anche una materia viva che si trasforma in arte. Lo abbiamo scoperto incontrando il maestro Salvatore Gallo, artista e artigiano locale che ha saputo dare nuova vita ai tronchi di castagno secco, trasformandoli in vere e proprie opere scultoree.
Nel suo laboratorio, il legno diventa emozione: dalle venature e dalle forme naturali del castagno nascono figure, volti e composizioni che raccontano la natura, la spiritualità e la tradizione del territorio. “Un castagno secco può rinascere come opera d’arte,” ci racconta Gallo con orgoglio. “Ogni pezzo di legno porta con sé una storia, e io cerco solo di farla emergere, di scolpirla fino a darle una nuova voce.”
Le sue creazioni, tutte realizzate in legno di castagno, sono oggi esposte nella Chiesa di San Francesco di Paola, dove i visitatori della Sagra hanno potuto ammirarle da vicino. Tra le opere esposte, alcune raffigurano la stessa castagna in forma scultorea, simbolo e ispirazione costante per l’artista.
La forza della comunità: la Pro Loco e la voce del parroco Don Antonio
All’interno della Chiesa di San Francesco di Paola, tra le opere in legno del maestro Salvatore Gallo e il profumo di incenso e castagne, abbiamo incontrato anche Don Antonio, il nuovo parroco della comunità di Sant’Agata di Esaro. Per lui, questa è la prima Sagra della Castagna da vivere accanto ai suoi fedeli, un’esperienza che definisce “un abbraccio collettivo” tra fede, cultura e tradizione. “La Sagra della Castagna è il segno di una comunità viva e accogliente,” racconta Don Antonio. “È un borgo che si fa prossimo, aperto ai valori della persona umana ma anche a quelli spirituali. Qui si respira solidarietà, affetto e il desiderio di costruire insieme un futuro migliore.”
Parole che trovano eco nel lavoro costante della Pro Loco di Sant’Agata di Esaro, guidata dalla presidente Francesca Greco, che con il suo gruppo anima il paese con iniziative culturali, educative e sociali durante tutto l’anno. “Abbiamo organizzato attività contro il bullismo dal titolo “Castagna ti Sbu…llo” e progetti dedicati ai più piccoli presso la biblioteca comunale dedicata a Vincenzo e Raffaele Spinelli,” spiega la presidente. “Ma la Sagra è il momento in cui tutto il nostro impegno prende vita, unendo generazioni e realtà diverse per promuovere il nostro territorio.” “Abbiamo un continuo scambio di vedute e di esperienze,” raccontano. “Ci accomunano tante affinità: siamo un popolo accogliente, orgoglioso della propria identità. La Sagra ci permette di valorizzare non solo le specialità enogastronomiche, ma anche il nostro paesaggio boschivo e culturale”.
In questo intreccio di arte, fede e partecipazione, Sant’Agata di Esaro conferma ancora una volta la sua essenza: un borgo che vive di tradizione, ma che guarda al futuro con entusiasmo e spirito di comunità, dove ogni persona — come una castagna nel suo riccio — custodisce un cuore autentico, caldo e generoso.
Il futuro della Sagra: innovazione e giovani protagonisti
Dopo cinquantun anni di storia, la Sagra della Castagna di Sant’Agata di Esaro continua a rinnovarsi, guardando al futuro con lo stesso entusiasmo delle sue origini. Accanto alle tradizioni e ai sapori di un tempo, oggi prende forma una nuova visione di sviluppo e innovazione, che mette al centro i giovani e il valore dell’artigianato locale.
Ne abbiamo parlato con la consigliera comunale Yolanda Servido, che ci ha illustrato un progetto ambizioso: la nascita di un expo permanente, frutto della collaborazione tra l’amministrazione comunale e l’IPSIA di Sant’Agata di Esaro, istituto tecnico unico nella provincia specializzato nel settore del legno. “L’idea – spiega Servido -è quella di creare nel tempo una filiera locale legata al legno e alla realizzazione di strutture per la sagra. Invece di noleggiare gli stand, vogliamo costruirli qui, coinvolgendo i nostri studenti. In un borgo con una forte vocazione per il legname, questa può diventare una vera risorsa per il futuro”.
Sagra della Castagna: un patrimonio di memoria, arte e comunità
Un progetto che unisce formazione, economia locale e creatività, trasformando la tradizione artigiana in un motore di crescita sostenibile. L’obiettivo è chiaro: fare della sagra non solo un appuntamento annuale, ma anche un laboratorio permanente di idee e competenze, dove i giovani possano imparare, creare e contribuire alla valorizzazione del territorio. “Ogni anno realizziamo spazi e workshop dedicati al design e al legno – aggiunge la consigliera. “L’ultimo ci ha visti protagonisti al Salone del Mobile di Milano, una vetrina importantissima che ci ha permesso di far conoscere il talento dei nostri ragazzi e la qualità delle nostre lavorazioni.” Quest’anno i ragazzi erano presenti con il laboratorio didattico di intaglio del legno e con l’iniziativa artigianato in sagra. Con questa prospettiva, Sant’Agata di Esaro dimostra che la Sagra della Castagna non è solo memoria del passato, ma anche seme di futuro: un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano, e dove la castagna, simbolo di vita e resilienza, continua a ispirare nuove generazioni a crescere, creare e sognare.

















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