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Follia a Ciccarello, poliziotti aggrediti da tre giovani rom «atti gravissimi»

Calabria

Follia a Ciccarello, poliziotti aggrediti da tre giovani rom «atti gravissimi»

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REGGIO CALABRIA – Momenti di panico nella zona di Ciccarello, dove vive una comunità di rom. Nelle scorse ore, tre persone a bordo di un’auto, per sfuggire ad un controllo della Polizia, hanno intrapreso una rocambolesca fuga mettendo a serio rischio l’incolumità degli agenti costretti all’inseguimento, ma anche delle persone e degli automobilisti che in quei momenti si sono trovati sul tragitto. Come se non bastasse i tre fuggiaschi, hanno nel frattempo chiamato i rinforzi e quando sono arrivati a Ciccarello, i poliziotti si sono trovati davanti a decine di persone della comunità nomade e ad altre auto che li hanno praticamente circondati. Qui è iniziato il lancio di oggetti. A fare emergere la vicenda è il sindacato di Polizia Siulp, che spiega come i fatti si siano verificati nella serata di domenica scorsa, intorno alle 22.30. La Volante ha incrociato tra via Pio XI e il rione Marconi e Cusmano una Fiat Punto che sfrecciava a grandissima velocità.

La senatrice Minasi: «Fatti che non possono essere tollerati, né sottovalutati»

«Mi duole sapere che, nelle scorse ore, Reggio Calabria è stata nuovamente teatro di due fatti gravissimi, ascrivibili all’azione criminale di gruppi che evidentemente continuano a imperversare sul nostro territorio. Mi riferisco all’aggressione perpetrata da persone di etnia rom ai danni di alcune volanti della Polizia e all’attentato incendiario subito, ancora una volta, dal testimone di giustizia, Tiberio Bentivoglio. Fatti che non possono essere ulteriormente tollerati, né sottovalutati, e sui quali mi sto già attivando per intervenire».

La senatrice reggina della Lega, Tilde Minasi, con amarezza commenta quanto accaduto a Reggio, con riferimento, da un lato, alle pattuglie della Polizia che, nei pressi del campo nomadi di Ciccarello, sono state danneggiate da lancio di oggetti pesanti, tanto da costringere gli agenti ad allontanarsi, per mettersi in salvo, e, dall’altro, all’incendio che ha distrutto, per l’ennesima volta, un deposito di proprietà di Bentivoglio.

«Sul territorio dello Stato italiano – prosegue la senatrice – non si può pensare che esistano “terre di nessuno” in mano a chicchessia. I campi nomadi non possono diventare aree inviolabili, perfino per chi lo Stato lo rappresenta e ne deve tutelare la sicurezza, né chi li abita può continuare a pensare di godere di una particolare impunità. E’ gravissimo che interi quartieri, in alcuni casi, siano ormai impenetrabili, addirittura anche da parte degli agenti di polizia, ai quali viene impedito di svolgere la propria attività di vigilanza sul territorio. Sottoporrò immediatamente la questione al Ministro Piantedosi – riferisce Minasi –perché possa valutare le azioni da intraprendere, innanzitutto per garantire la sicurezza dei cittadini e delle forze dell’ordine, ma anche perché l’autorità dello Stato sia riaffermata in tutta la sua forza».

Tilde Minasi ha espresso agli uomini della Polizia di Stato la mia massima solidarietà così come a Tiberio Bentivoglio: «mi sono più volte occupata del suo caso e, qualche mese fa, dopo la sua ennesima denuncia sulle condizioni di vita dei testimoni di giustizia come lui, in qualità di Senatore mi sono presa a cuore la sua situazione portandola in Commissione Parlamentare Antimafia, dove, nonostante le sue reiterate richieste, non era stato finora mai ascoltato. Ebbene, sono riuscita – comunica ora la senatrice – e ne sono molto felice, a far disporre finalmente la convocazione di Tiberio da parte della Commissione perché sia audito, cosa che avverrà proprio tra qualche giorno, il 29 ottobre. Sono dunque particolarmente amareggiata – dice ancora – per la nuova intimidazione che ha subito nei giorni scorsi, avremo modo di parlarne nella sede parlamentare e cogliere le sue segnalazioni e il suo appello, facendo in modo che non cada nel vuoto. Intanto – conclude Minasi – anche a lui e alla sua famiglia esprimo la mia più sincera solidarietà e vicinanza, per farli sentire, spero, meno soli».

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