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Diritti negati ai medici dei Pronto Soccorso di Catanzaro, Cosenza e Reggio: la CISL li porta in Tribunale

Calabria

Diritti negati ai medici dei Pronto Soccorso di Catanzaro, Cosenza e Reggio: la CISL li porta in Tribunale

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COSENZA – È fissata per il 26 settembre, davanti al Giudice del Lavoro del Tribunale di Catanzaro, l’udienza sul ricorso promosso dalla CISL Medici, insieme ad alcuni sanitari dipendenti dal Pronto Soccorso dell’AOU “Renato Dulbecco”, tutti assistiti dall’avvocata Alessandra Lazzaro. Il caso riguarda la mancata attribuzione ai medici ospedalieri delle risorse economiche previste per la compilazione e trasmissione telematica dei certificati INAIL di infortunio e malattia professionale, attività obbligatoria per legge.

Quattro milioni per la Calabria ma “nessuna somma distribuita”

Secondo la normativa nazionale, dal 2019 al 2023 l’INAIL ha trasferito 25 milioni di euro l’anno al Fondo Sanitario Nazionale, destinati espressamente ai medici che redigono tali certificati. Alla Regione Calabria sarebbero spettati circa 4 milioni, da suddividere tra tutte le aziende sanitarie e ospedaliere. Tuttavia, nessuna somma per l’anno 2019 è stata distribuita, mentre quelle per il periodo 2020-2022 sono state assegnate solo alle ASP, senza alcun confronto sindacale, ignorando completamente gli operatori delle Aziende Ospedaliere di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria.

Una gestione definita dalla CISL Medici “oltre ogni limite di decenza”, che denuncia l’assenza di un accordo con le organizzazioni sindacali e l’inosservanza delle finalità di legge, con una discriminazione ingiustificata dei medici dei Pronto Soccorso ospedalieri. A tutto ciò si aggiunge il silenzio dell’Ufficio del Commissario ad Acta e del Dipartimento regionale Tutela della Salute, che – secondo il sindacato – hanno contribuito con le loro omissioni a creare una situazione insostenibile, aggravata da turni estenuanti, carenza di personale e condizioni di lavoro drammatiche.

“La Regione – afferma Nino Accorinti, segretario regionale della CISL Medici – dimostra totale disinteresse per chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute. Adire il giudice per ottenere ciò che spetta per legge è un fatto gravissimo e offensivo, tanto per la professionalità dei medici quanto per il ruolo del sindacato”. Sarà ora il Tribunale a stabilire se vi siano state violazioni di legge e discriminazioni nei confronti dei medici dei Pronto Soccorso ospedalieri.

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