COSENZA – Allarme carta igienica: i rotoli sono in questi giorni sotto osservazione per il rilevamento di PFAS, le famigerate “sostanze chimiche per sempre”. È quanto emerge da uno studio del “Environmental Working group” secondo cui il prodotto per l’igiene intima nei gabinetti rappresenta una fonte di inquinamento delle acque e non solo. Infatti attraverso gli impianti di depurazione finiscono nei fanghi che vengono poi sparsi sui terreni coltivati come fertilizzanti. I PFAS sono una classe di sostanze chimiche che non si decompongono in natura e sono collegate a cancro, malattie epatiche, malattie renali e disturbi autoimmuni.
Sarebbero ventuno marche di carta igienica sotto accusa distribuite in tutto il mondo a contenere Pfas. Questo il risultato di una ricerca che ha preso in esame, senza nominarli, i 21 principali marchi di carta igienica in Nord America, Europa occidentale, Africa, America centrale e Sud America. Lo studio è stato pubblicato sul Journal enviromental science & technology letters e ripreso dal Guardian.
Il rapporto dell’Università della Florida, sottolinea il Guardian, non ha tuttavia preso in considerazione “le implicazioni per la salute delle persone che si puliscono con carta igienica contaminata”, anche perché non esiste alcuna ricerca su come queste sostanze possano essere assorbite epidermicamente.
Cosa sono i Pfas
I Pfas, nella fattispecie, sono sostanze perfluoroalchiliche, dette anche acidi perfluoroacrilici, che appartengono ad una famiglia di composti chimici molto utilizzati dall’industria. Ovvero, acidi forti, resistenti ai principali processi naturali di degradazione.