Libia, violenze per un film su Maometto Ucciso ambasciatore Usa

BENGASI – Torna la violenza a Bengasi. Ieri c’è stato un attacco al consolato Usa nella città, per una protesta contro un film giudicato blasfemo. Le prime informazioni parlavano inizialmente di un funzionario americano ucciso,poi è arrivata la conferma del governo libico: le vittime sono quattro. Tra loro ci sarebbe l’ambasciatore americano in Libia, Chris Stevens. Le altre vittime sarebbero due Marines e un funzionario. Tutti sarebbero morti per asfissia. L

e autorità statunitensi, di conseguenza, hanno disposto l’evacuazione del consolato. I quattro cadaveri sono stati trasferiti presso l’aeroporto internazionale di Bengasi. Da lì saranno trasportati a Tripoli e quindi presso una base americana in Germania.
L’attentato sarebbe in parte legato alle proteste di ieri dei salafiti egiziani contro un film prodotto in America da alcuni copti egiziani sulla vita di Maometto. Alcuni spezzoni sono stati messi su internet e secondo i salafiti mostrerebbero scene intime fra il Profeta e la moglie. I dimostranti, che sarebbero stati membri della milizia islamica Ansar Al-Sharia, sapevano che nell’edificio c’era l’ambasciatore Chris Stevens, arrivato in città per raccogliere gli umori alla vigilia della nomina, prevista per oggi, del nuovo premier libico.Hillary Clinton. «Condanno con la massima fermezza l’attacco alla nostra missione a Bengasi». Così, riporta il Washington Post, il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha commentato con un comunicato l’attacco. «Abbiamo il cuore spezzato da questa terribile perdita. Il nostro pensiero e le nostre preghiere sono rivolti alla sua famiglia (dell’ambasciatore Stevens, ndr) e a tutti coloro che sono rimasti coinvolti inell’attacco», ha concluso il segretario di stato.
Il film contestato.
“Innocence of muslim” è una pellicola del regista israelo-americano Sam Bacile, che dopo gli attacchi in Egitto aveva dichiarato che «l’islam è un cancro». Il lungometraggio ha ricevuto il sostegno del controverso pastore americano Terry Jones, noto per avere bruciato in passato alcune copie del Corano.
L’attacco
, avvertito con un «forte boato» da testimoni distanti poche centinaia di metri, è cominciato intorno alle 21.40 di ieri sera. Ed è stato subito collegato, da fonti di sicurezza locali, all’episodio di poche ore prima al Cairo dove manifestanti avevano tentato di scalare la recinzione dell’ambasciata americana.La condanna. Prima ancora che la notizia della morte del cittadino Usa fosse diffusa, gli Stati Uniti – così come per i disordini al Cairo poche ore prima – avevano condannato l’episodio «Nei termini più fermi». È un compound abbastanza grande quello che ospita gli uffici della rappresentanza Usa nella città della Libia orientale, situato a poche centinaia di metri di distanza da ristoranti e caffè e da dove, «a partire dalle 21.40 circa» gli avventori hanno assistito a distanza all’episodio.
L’esplosione. «Si è sentito prima un botto forte – hanno raccontato testimoni all’agenzia Ansa – poi si è visto del fumo e si sono sentiti scambi di colpi. Le strade adiacenti sono state chiuse rapidamente e quasi subito sono stati formati anche dei blocchi nella zona». Lo scambio di colpi è stato udito per circa 45 minuti, anche se non in maniera continuata «mentre il fumo è rimasto visibile per una ventina di minuti». «Hanno sparato colpi in aria prima di entrare nell’edificio», ha detto ancora il viceministro al-Charef, mentre il portavoce della commissione sicurezza, Abdelmonoem al-Horr, ha parlato di razzi RPG lanciati contro il consolato. Intanto l’edificio è stato completamente evacuato e testimoni hanno riferito alla Reuters che alcuni saccheggiatori sono entrati portando via scrivanie, sedie e lavatrici, dopo che le forze dell’ordine hanno lasciato la zona.

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