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Crisi idrica, Alimena: “In Calabria l’acqua c’è, ma la cattiva gestione lascia i cittadini a secco”

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COSENZA – “La Calabria non è povera d’acqua, è povera di infrastrutture e di buona amministrazione. Ed è per questo che i calabresi si ritrovano con i rubinetti asciutti”. Con queste parole Francesco Alimena, interviene sulla crisi idrica che continua a colpire duramente l’area urbana e non solo.

“Il 45% dell’acqua che attraversa le nostre reti si perde a causa di infrastrutture vecchie e abbandonate. È un dato drammatico, che racconta meglio di ogni altra cosa la distanza tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere: una terra ricca di risorse naturali, ma con abitanti impoveriti dall’incuria e dall’inefficienza”.

Alimena punta il dito contro la gestione del presidente: “Pochissimo è stato fatto negli anni precedenti ma l’amministrazione Occhiuto, grazie al PNRR, aveva la possibilità di risolvere finalmente la grande sete calabrese. Non solo ha perso l’occasione delle centinaia di milioni di finanziamenti PNRR ma si è concentrato sul riorganizzare le poltrone. Una manovra puramente amministrativa, che finora non ha risolto nulla e ha creato solo un cortocircuito istituzionale. Risultato? I cittadini continuano a pagare le conseguenze: meno acqua, più disservizi”.

Il consigliere con delega al PNRR Cosenza ribadisce: “L’acqua è un bene pubblico e deve essere trattata come tale. Non è tollerabile che in una regione ricca di risorse idriche i cittadini vengano privati di un diritto fondamentale. Serve un piano straordinario per riparare le reti, usare finalmente non solo i fondi PNRR ma anche e soprattutto i fondi di coesione, modificati grazie alla revisione di metà mandato inserendo l’idrico tra le priorità di questa programmazione, e garantire a tutti l’accesso a un servizio essenziale che non può cadere preda dell’ennesima incapacità amministrativa regionale”.

A Cosenza Vecchia lo stiamo facendo con l’intervento Sottoservizi del CIS – Cosenza Centro Storico. Attualmente, é l’unico quartiere dove l’acqua abbonda, semmai è troppa. Ma non è pensabile di dare a tutto il resto della città, dove tra l’altro hanno sede infrastrutture essenziali quali ospedali, scuole e carcere, l’acqua per sole due ore al giorno. E succede ormai dopo ogni estate!

L’acqua è un bene pubblico, già c’è da combatterne la sua privatizzazione che pure in Calabria è un tema da affrontare. Non ci sono alibi: o si sta dalla parte dei calabresi, o si difende l’ennesima gestione fallimentare. Il presidente da che parte sta? Noi da quella dei cittadini e i dei loro diritti.

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