COSENZA – La città di Cosenza sostiene il popolo palestinese. Ieri pomeriggio, circa 150 persone si sono riunite in piazza 11 Settembre per supportare la Global Sumud Flotilla, la flotta di oltre 50 imbarcazioni (provenienti da 44 Paesi diversi) diretta a Gaza. Carica di aiuti umanitari.
Genocidio in Palestina, il ruolo della Calabria
Qualora gli attivisti, salpati per raggiungere la Palestina, dovessero essere bloccati dall’esercito israeliano, anche la Calabria si mobiliterà per paralizzare le attività portuali. A darne conferma è la CGIL Cosenza che ha organizzato il presidio attraverso le dichiarazioni del segretario Massimiliano Ianni. «Siamo qui, per dare solidarietà alla missione umanitaria – spiega Ianni – che porterà aiuto ai palestinesi che da troppo tempo sono senza medicine e senza cibo. Malauguratamente la flotta venisse fermata, la CGIL ha deciso che a iniziare dal porto di Genova fino a quello di Gioia Tauro bloccheranno tutte le navi, quindi l’economia a livello nazionale e a livello internazionale. Arriveremo ad uno sciopero generale nazionale per dare risposte a Gaza».
Cosenza sostiene il popolo palestinese
«Quando Giorgia Meloni dice che l’Italia è un Paese che accoglie tanti bambini palestinesi, – ricorda una studentessa al megafono – non dimentichiamo che i compagni di quei bimbi che sono rimasti in Palestina, vengono uccisi con le armi che lo stesso Governo italiano continua a vendere a Israele». «Siamo in piazza anche oggi per lottare contro il genocidio palestinese e dare supporto – sottolinea Federico Giordanelli del collettivo UNICAL per la Palestina – a chi si è imbarcato sulle navi della Global Sumud Flotilla per spezzare l’embargo illegale di Israele sulla Striscia di Gaza e sulla Palestina. Come tante altre città negli ultimi giorni si sta mobilitando anche Cosenza. Continueremo a tenere alta l’attenzione».
Il prossimo appuntamento infatti è fissato per il 12 settembre, all’inaugurazione dell’anno accademico all’Università della Calabria. In quell’occasione gli studenti protesteranno affinché Giovanna Iannantuoni presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) interrompa la collaborazione con atenei israeliani e con imprese che producono armi da guerra.
L’economia del genocidio palestinese
Un attivista presente al presidio che si è tenuto davanti la Prefettura, ha denunciato in piazza le enormi contraddizioni che favoriscono la mattanza posta in essere dall’esercito israeliano. «C’è uno stretto legame tra le nostre economie e quella israeliana – afferma il manifestante – che consente di alimentare l’economia del genocidio costruita su una macchina del profitto e della speculazione. Uno dei principali generali dell’esercito israeliano Yoav Gallant ha fotografato bene questa relazione, dicendo che i Paesi europei sono ipocriti perché li criticano, ma vanno in Israele ad imparare come si trasforma sangue in denaro».
Social