COSENZA – False attestazioni di invalidità civili e di accompagnamento con percezione indebita di somme superiori ad 1,5 milioni di euro. Le indagini dei carabinieri di Cosenza, partite circa tre anni fa, hanno fatto luce su diverse ipotesi di frode finalizzate all’ottenimento indebito di prestazioni previdenziali e assistenziali, tra cui proprio le indennità di invalidità civile e di accompagnamento per invalidi civili. Soldi percepiti indebitamente da almeno 100 persone nella sola provincia di Cosenza. L’indagato, secondo quanto emerso, operava tramite un patronato e si avvaleva di strutture di un sindacato nella provincia. Si tratterebbe di un avvocato 52enne, S.P., residente ad Acri che operava nello stesso comune del Cosentino.
False invalidità civili e di accompagnamento
Questa mattina i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno eseguito una misura cautelare degli arresti domiciliari nei suoi confronti, emessa dal GIP del Tribunale di Cosenza. L’ordinanza riguarda plurimi reati, tra cui falso materiale commesso dal privato in atto pubblico, frode processuale e falsa perizia per induzione, sulla base della ritenuta gravità indiziaria. Il provvedimento, disposto su richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza, arriva al termine di un’articolata attività investigativa condotta dalla Sezione di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri. Sarebbe partito tutto da una segnalazione arrivata dai magistrati della Sezione Lavoro del Tribunale di Cosenza.
La documentazione sanitaria falsificata
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura di Cosenza, si è avvalsa di metodi tradizionali e di intercettazioni telefoniche e telematiche. Gli elementi raccolti hanno delineato un presunto sistema consolidato, tramite il quale veniva utilizzata documentazione sanitaria falsificata allegata a numerosi ricorsi presentati al Tribunale Civile di Cosenza – Sezione Lavoro. Uno degli aspetti chiave dell’indagine riguarda infatti proprio la documentazione presentata ai periti dall’avvocato: cartelle cliniche e certificati creati ad arte, capaci di indurre in errore i professionisti incaricati di valutare le condizioni dei richiedenti. Questa condotta avrebbe permesso a numerosi soggetti di ottenere prestazioni per le quali non sussistevano i requisiti.
Sequestro preventivo e l’attività del patronato
Contestualmente, il Pubblico Ministero ha disposto un sequestro preventivo d’urgenza per un totale di oltre 1,5 milioni di euro, corrispondenti alle somme ipotizzate come indebitamente percepite anche dai soggetti che hanno percepito indebitamente l’invalidità o l’accompagnamento. Il sequestro sarà sottoposto al vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari per la convalida. In questa prima fase dell’inchiesta risultano coinvolte oltre 100 persone, tutte collegate alle pratiche gestite dall’indagato. Le verifiche sono ancora in corso, con ulteriori approfondimenti previsti per stabilire l’eventuale responsabilità di altri soggetti collegati.
Ulteriori sviluppi e perquisizioni
In parallelo, sono state eseguite perquisizioni nei confronti di altri indagati. Al momento, il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari, con ulteriori verifiche e accertamenti in corso. L’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza conferma l’impegno delle autorità nell’individuare e contrastare frodi ai danni del sistema previdenziale e assistenziale, tutelando i cittadini e la correttezza delle procedure.
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