Area Urbana
LA DIFFIDA
Cosenza, corso sospeso. Genitori diffidano la Regione: “Nega il diritto allo studio”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dei genitori delle allieve del corso A.Me. Aura Mediterranea: “il paradosso è che la sospensione nasce da un errore della stessa Amministrazione regionale”
COSENZA – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dei genitori delle allieve del corso A.Me. Aura Mediterranea: “Nostre figlie sospese tra burocrazia e silenzio: così la Regione Calabria nega il diritto allo studio”. I genitori hanno diffidato la Regione Calabria attraverso un mandato affidato all’avvocatessa Posteraro.
“Siamo genitori di ragazze che avevano scelto con entusiasmo un percorso di formazione professionale per costruirsi un futuro. Ragazze di 15, 16, 17 anni — alcune ancora in pieno obbligo scolastico — che frequentavano il corso triennale di “Operatore del Benessere – Erogazione dei servizi di trattamento estetico” presso l’ente A.Me. Aura Mediterranea S.r.l. di Cosenza.
Da un giorno all’altro, a ottobre, ci siamo visti comunicare che tutto si fermava: lezioni sospese, aule chiuse, docenti lasciati a casa. La Regione Calabria, con un decreto dirigenziale del 2 ottobre 2025, ha sospeso il corso per ragioni burocratiche e contabili, dopo aver “rimescolato” la graduatoria dei finanziamenti del PNRR. Un semplice atto amministrativo, si dirà. Ma dietro quelle righe fredde ci sono vite vere di ragazze, che da settimane si sentono abbandonate.
“Non possiamo pagare noi gli errori della Regione”
Il paradosso è che la sospensione nasce da un errore della stessa Amministrazione, che aveva inizialmente ammesso a finanziamento un ente superato nella graduatoria da un altro per effetto di una sentenza del TAR, e ha deciso di “bloccare” il corso della A.Me. Aura Mediterranea senza prevedere alcuna misura di tutela per le allieve. In altre parole, l’errore è della Regione, ma a pagare sono le nostre figlie.
Molte di loro non hanno ancora assolto l’obbligo scolastico, e per legge la Regione è tenuta a garantire la continuità formativa fino al conseguimento di una qualifica triennale. Interrompere un corso in pieno anno, senza alternativa, significa violare il diritto allo studio sancito dalla Costituzione e dalle leggi italiane.
“Sono ragazze, non numeri di protocollo”
Noi genitori abbiamo scritto, chiesto, diffidato la Regione, senza alcun esito.
L’ente A.Me. si è perfino offerto di proseguire le lezioni a proprie spese, pur di non disperdere mesi di lavoro e speranze. Ma la risposta della Regione, finora, è stata il silenzio. Nessuno che si assuma la responsabilità di dire a queste giovani cosa ne sarà del loro percorso.
Sono ragazze che si alzavano presto per studiare, che sognavano di diventare estetiste, parrucchiere, imprenditrici. Ora si sentono tradite da un sistema che le considera invisibili. Le famiglie sono indignate ma anche smarrite: come si spiega a una figlia che non può andare a scuola perché la burocrazia ha deciso di “ricontare i fondi”?
“Abbiamo dato mandato legale per tutelare i nostri figli”
Non potendo più restare in silenzio, abbiamo conferito mandato all’Avv. Rachele Posteraro per tutelare i diritti delle nostre figlie e di tutte le allieve coinvolte. L’avvocato Posteraro ha già inviato una diffida formale alla Regione Calabria, all’Ufficio Scolastico Regionale e alla Procura della Repubblica, chiedendo la riattivazione immediata dei corsi e la verifica dei profili di responsabilità derivanti dall’interruzione dell’obbligo scolastico.
Chiediamo che le istituzioni intervengano, che si ristabilisca la legalità e che si dia voce a chi, ancora una volta, rischia di pagare per colpe non proprie.
“Serve giustizia, ma serve anche umanità”
Non cerchiamo polemiche, ma giustizia e rispetto. Non è accettabile che per un vizio di un atto amministrativo si cancelli, di fatto, un anno di istruzione per ragazze minorenni che hanno diritto, per legge e per coscienza civile, a un’educazione continua e dignitosa.
In Calabria si parla spesso di PNRR, di inclusione, di contrasto alla dispersione scolastica. Ma quando la burocrazia diventa più forte dei diritti, non c’è futuro possibile per i nostri giovani.
La scuola non può essere sospesa per decreto. Il diritto allo studio non può essere “messo in pausa” da un provvedimento amministrativo. Chiediamo a gran voce che la Regione Calabria ascolti finalmente queste ragazze, prima che si spengano i loro sogni e con essi una parte del futuro di tutti noi”.
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