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Consiglio dei ministri a Cutro, la bozza del disegno di legge sull’immigrazione

Calabria

Consiglio dei ministri a Cutro, la bozza del disegno di legge sull’immigrazione

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CUTRO (KR) – La bozza del decreto legge all’esame del Consiglio dei ministri di oggi a Cutro prevede in prmis che il decreto flussi diventi triennale (2023-2025) ed anche quote preferenziali assegnate ai lavoratori di Paesi che, “anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche sui rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari”.

Poi il carcere fino a 30 anni per i trafficanti se causano la morte di più di una persona. Chiunque “promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato” quando “il trasporto o l’ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante, è punito con la reclusione da venti a trenta anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone. La stessa pena si applica se dal fatto, derivano la morte di una o più persone e lesioni gravi o gravissime a una o più persone. Se dal fatto deriva la morte di una sola persona, si applica la pena della reclusione da 15 a 24 anni. Se derivano lesioni gravi o gravissime a una o più persone, si applica la pena della reclusione da 10 a 20 anni”.

Sorveglianza marittima potenziata

C’è anche il “potenziamento della sorveglianza marittima” nella bozza di decreto legge. La Marina Militare si legge nell’articolo 10, “definisce e aggiorna la situazione marittima nazionale da condividere in ambito intergovernativo, anche mediante l’aggregazione integrata delle informazioni acquisite dalle amministrazioni statali che esercitano competenze in materia marittima. Per tali finalità si avvale del Dispositivo integrato interministeriale di sorveglianza marittima, quale supporto tecnologico di connessione dei sistemi in uso dalle citate amministrazioni, costituito presso il Comando in capo della squadra navale”.

Potenziamento dei Centri rimpatri 

Il potenziamento dei Centri di permanenza per i rimpatri è previsto dall’articolo 9 della bozza del dl immigrazione all’esame del cdm di Cutro. La realizzazione di queste strutture “è effettuata, fino al 31 dicembre 2025, anche in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea”.

Stretta sulla gestione dei centri per migranti (norma anti-Soumahoro)

Nella bozza è contenuta anche una stretta sulle inadempienze nella gestione dei centri per migranti e qualcuno l’ha chiamata norma ‘anti-Soumahoro’. Nel caso di grave inadempimento degli obblighi previsti dallo schema di capitolato di gara, per un centro e l’immediata cessazione dell’esecuzione del contratto possa compromettere la continuità dei servizi indifferibili per la tutela dei diritti fondamentali, nonché la salvaguardia dei livelli occupazionali, si legge, “il prefetto, con proprio decreto, nomina uno o più commissari per la straordinaria e temporanea gestione dell’impresa, limitatamente all’esecuzione del contratto di appalto, scelti tra funzionari della prefettura o di altre amministrazioni pubbliche, in possesso di qualificate e comprovate professionalità”. Contestualmente il prefetto “avvia le procedure per l’affidamento diretto di un nuovo appalto per la fornitura di beni e servizi”.

Ingressi per chi completa corsi di formazione 

Al di fuori dalle quote stabilite dal decreto flussi, è consentito “l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato allo straniero residente all’estero che completa un corso di formazione professionale e civico-linguistica, organizzato sulla base dei fabbisogni manifestati al Ministero del lavoro e delle politiche sociali dalle associazioni di categoria del settore produttivo interessato”. E’ una delle misure contenuta nella bozza di decreto legge oggi all’esame del cdm di Cutro. I lavoratori sono ammessi al corso se non sono state acquisite dalla questura le informazioni relative ad elementi ostativi .

La domanda di visto di ingresso è presentata, pena la sua decadenza, entro sei mesi dalla conclusione del corso ed è corredata dalla conferma della disponibilità ad assumere da parte del datore di lavoro. Il ministero del Lavoro può promuovere “la stipula di accordi di collaborazione e intese tecniche con soggetti pubblici e privati operanti nel campo della formazione e dei servizi per il lavoro nei Paesi terzi di interesse per la promozione di percorsi di qualificazione professionale e la selezione dei lavoratori direttamente nei Paesi di origine, che potranno fare ingresso in Italia”.

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