ROMA – I social network, le stories, i reel spesso ci raccontano di casi in cui, al concerto del cantante o del gruppo preferito da mamma e papà, siano presenti anche bambini, addirittura neonati. Alcuni artisti hanno pubblicamente rimproverato i genitori durante i loro live; altri invece, si sono semplicemente mostrati inteneriti della loro presenza. Volume elevato e folla però, possono mettere a rischio l’udito, soprattutto nei bambini. L’esposizione a volumi particolarmente elevati può rappresentare un rischio, soprattutto per i più piccoli, il cui apparato uditivo è ancora in fase di sviluppo. In Italia, diversamente da quanto accade in molti Paesi del Nord Europa, non esiste un divieto specifico che impedisca ai più piccoli di partecipare ai concerti. Questo lascia ai genitori la piena responsabilità della scelta, spesso accompagnata da dubbi: posso portare mio figlio a un concerto? E da che età è consigliabile farlo?
Quando è meglio evitare
Se il bambino è molto piccolo, in particolare sotto i 6 anni, è preferibile rinunciare. Non solo perché la musica ad alto volume può risultare aggressiva per orecchie ancora sensibili, ma anche per l’ambiente stesso: folla, rumori continui, stimoli intensi e difficoltà di gestione possono trasformare un momento di festa in un’esperienza stressante.
Il nodo dei decibel
Il problema principale nei concerti è rappresentato dalle onde sonore ad alta intensità. Sebbene in molte città italiane esistano normative che impongono un limite di 80 decibel, durante gli eventi musicali non è raro superare i 100 decibel, soprattutto nei concerti rock. Questa soglia, se mantenuta per periodi prolungati o percepita a distanza ravvicinata dalle casse, può provocare danni temporanei o permanenti alle cellule dell’orecchio interno. Nei bambini, l’esposizione eccessiva può manifestarsi rapidamente con irritabilità, pianto, mal di testa o dolore all’orecchio.
Bambini al concerto: come proteggerli
Assistere a un concerto con i bambini è possibile, purché si adottino alcune precauzioni:
– Evitare il parterre e preferire posti laterali o più distanti dagli amplificatori;
– Osservare il comportamento dei più piccoli: nervosismo e stanchezza sono segnali da non sottovalutare;
– Utilizzare protezioni adeguate: per i bambini meglio le cuffie antirumore regolabili, ideate appositamente per attutire le frequenze più intense. I tappi auricolari invece, sono indicati per adolescenti e adulti.
– Scegliere il concerto giusto: meglio eventi all’aperto, con volumi più dispersi e generi musicali meno intensi.
Se dopo il concerto compaiono disturbi come acufeni (ronzii), mal di testa, sensazione di ovattamento o calo dell’udito, questi non vanno ignorati. È importante valutare il recupero fisiologico dopo il riposo notturno e, se i sintomi persistono, rivolgersi a un otorinolaringoiatra, che potrà indicare riposo acustico ed eventuali terapie mirate.
Concerti durante la gravidanza
Il feto percepisce i suoni già dal sesto mese di gestazione. Per questo è bene evitare esposizioni prolungate a rumori intensi, che potrebbero influire sullo sviluppo dell’udito del nascituro. I concerti dunque, possono essere un’occasione preziosa per avvicinare i bambini alla musica dal vivo, soprattutto a partire dai 5-6 anni ma scegliendo eventi adeguati alla loro sensibilità e proteggendoli.
