REGGIO CALABRIA – Quando i Belgi conquistarono il Ruanda, divisero la popolazione in tre grandi tribù:
essi osservarono che i “Twa” erano di bassa statura, gli “Hutu” di media altezza e i “Tutsi” molto alti e snelli.
Queste forti divisioni, per quanto sciocche, sono ancora oggi motivo di guerriglia in Ruanda.
Il 16 Settembre alle ore 21, verrà organizzata a Reggio Calabria una raccolta fondi destinati al finanziamento dell’istruzione scolastica del ruandese François Xavier, 17 anni, che ha perso i fratelli proprio a causa dell’odio profondo fra le tribù degli Hutu e dei Tutsi.
Perché, per cambiare la società, bisogna occuparsi dell’educazione dei ragazzi, dato che “il sistema educativo precedente (e attuale) crea dei carnefici da un lato e delle vittime dall’altro” (Yolande Mukagasana, sopravvissuta al Genocidio del Ruanda, iniziato il 6 Aprile 1994).
Alla serata, che vuole unire cultura e beneficenza, si invitano anche folte rappresentanze del mondo giornalistico e delle associazioni, culturali e Onlus, reggine: l’obiettivo è riuscire a fare “associazione con le associazioni” e riuscire finalmente a “collegare i colleghi”.
Il programma della serata, che si terrà presso il locale “La luna ribelle”, dopo una breve esposizione del contesto storico e attuale della situazione in Ruanda, preveda una sfida a squadre al gioco “Dr. Why”: un quiz di cultura che misurerà il livello di preparazione degli invitati, raggruppati in squadre, tramite l’uso di pulsantiere. Tra le pause concesse dal gioco, verrà consumata un’apericena.
Il costo del biglietto è di 13 euro, a persona.
Per la prenotazione dei biglietti, la comunicazione delle squadre o ulteriori informazioni, è possibile contattare i seguenti numeri: 3496289111 (Antonella Barone) ; 3466775439 (Giuseppe Labate)
Sul retro del biglietto, è riassunto il senso della serata con un aforisma: “Le associazioni rendono l’uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone, e danno la gioia che raramente s’ha restando per proprio conto, di vedere quanta gente c’è onesta e brava e capace e per cui vale la pena di volere cose buone”. (Italo Calvino)