Bagnara Calabra, divelta la targa di piazza Musella

REGGIO CALABRIA – Attentato alla memoria. Gli uomini dell’antistato hanno sempre agito, per pura vigliaccheria, sempre di nascosto. Lo stesso hanno fatto la scorsa notte a Bagnara Calabra. Approfittando del buio, hanno divelto la targa della Piazza intitolata a Gennaro Musella, assassinato a Reggio Calabria dalla ‘ndrangheta.

Lo rende noto l’associazione antimafia Riferimenti. La Piazza era stata inaugurata nel maggio scorso dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso nel trentennale dell’uccisione di Musella. «Musella – è scritto nella nota – venne ucciso da un’associazione tra ‘ndrangheta calabrese e mafia catanese per aver denunciato gli illeciti esistenti nella gara d’appalto del Porto di Bagnara, gara vinta in prima e seconda istanza dai famosi cavalieri catanesi dell’apocalisse Costanzo e Graci, nomi ricorrenti nella storia del crimine organizzato». La targa era stata collocata dall’Amministrazione Comunale, su proposta dell’Associazione Olimpia di Bagnara Calabra, alla presenza di Adriana Musella figlia dell’imprenditore napoletano, e del Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso. La targa, divelta dalla struttura nella quale era collocata, cadendo a terra si è spezzata in più parti. Sull’episodio indagano le autorità competenti per accertare se si sia trattato di un atto vandalico o legato ad altri motivi. Lo stesso giorno in cui è stata collocata la targa è stato inaugurato anche il monumento che ricorda Gennaro Musella, monumento che a tutt’oggi non è stato ancora completato: mancano difatti le luci ai quattro lati del basamento e le catenelle che ne delimitano i confini. A questo punto l’auspicio è che si provveda quanto prima a riposizionare la targa, e a completare il monumento dando il giusto decoro a dei segni che, seppur esteriori, sono deputati a perpetuare il ricordo nella memoria di quanti  non vogliono dimenticare la figura dell’Ingegnere Musella e di quanti, in primis la figlia Adriana, nel suo ricordo portano avanti valori e principi che, per affermarsi devono diventare patrimonio di tutti.

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