CATANZARO – Doveva essere arrestato lo scorso anno, Santo Giuseppe Procopio, nell’ambito della prima operazione Showdown che ha visto trarre in arresto nel
soveratese numerosi presunti esponenti del clan Sia – Procopio – Tripodi a dicembre 2011 ed è stato, invece, tratto in arresto Domenica scorsa dai carabinieri di Guardavalle, coadiuvati da personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori. Latitante, dunque, da circa un anno, Santo Procopio, accusato di associazione a delinquere di tipo mafioso, al momento dell’operazione era risultato irreperibile. Dopo l’attentato subito nel 2010 nel quale rimase ucciso Salvatore Vallelunga, fratello di Damiano boss del clan, e dal quale uscì salvo grazie ad un giubbotto antiproiettile, Santo Procopio, infatti, conscio di essere nel mirino delle cosche avverse, si diede alla macchia, prima ancora che venisse emessa l’ordinanza di fermo prevista in Showdown. I militari Domenica mattina, hanno fatto irruzione in un ovile in località Infangati di Guardavalle dopo essersi assicurati della presenza di Procopio. All’interno dell’ovile il minimo indispensabile alla sopravvivenza ed alcuni quotidiani. “L’arresto – spiega il colonnello Giorgio Naselli – è avvenuto grazie ad una attività costante che dura da un anno sul territorio di Guardavalle e dintorni”. Gli uomini del capitano Emanuele Leuzzi, comandante della compagnia di Soverato, infatti, hanno seguito i movimenti dei parenti di Procopio riuscendo ad intuire la sua presenza in zona. Al momento dell’arresto assieme a Santo Procopio c’erano alcuni congiunti ed il fidanzato della sorella D.C., deferito in stato di libertà per il reato di favoreggiamento. “Procopio – spiega Leuzzi – sin da ragazzo, vista la vicinanza territoriale, frequentava i Vallelunga, notoriamente vicini al clan Sia-Tripodi ed era opposto ai Gallace di Guardavalle”. Quest’ultimo arresto ha completamento messo in ginocchio le cosche del basso ionio catanzarese. “E’ una nuova conferma del lavoro svolto dall’Arma sul territorio – sottolinea il procuratore Vincenzo Lombardi ma anche un importante segnale contro la criminalità organizzata”.