GEROCARNE – Freddato in casa. Antonino Zupo, di 31 anni, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco in un agguato compiuto da sconosciuti a
Gerocarne, nel vibonese. La vittima era agli arresti domiciliari perché coinvolto nell’inchiesta chiamata “Ghost” contro un traffico di droga. Stamane alcuni sconosciuti hanno raggiunto l’abitazione di Zupo e lo hanno avvicinato sparandogli contro diversi colpi d’arma da fuoco. La vittima è morta sul colpo. Sull’omicidio indagano i carabinieri.
L’operazione antidroga, condotta dalla Squadra Mobile di Vibo il 26 gennaio del 2011 e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, aveva portato all’arresto di 40 persone tra Pizzo, considerata la piazza dello spaccio di droga (cocaina, marijuana e hashish) e Gerocarne, vero centro operativo nel quale avveniva il trattamento dello stupefacente proveniente dal Nord Italia. Attività gestita, secondo l’accusa, anche da Antonino Zupo che poteva fare affidamento su una fitta rete di pusher. Alla luce delle risultanze investigative a suo tempo collegate all’operazione antidroga Ghost, “emerge che Zupo è stato effettivamente il principale collaboratore, uomo di fiducia e costante referente di Piero Sabatino. Non vi è dubbio, inoltre, che la partecipazione, insieme ai vari altri associati, alle operazioni aventi ad oggetto l’acquisizione di significative partite di stupefacenti, richiedendo un adeguato grado di pianificazione, organizzazione e cooperazione plurisoggettiva sia nelle fasi preliminari che in quelle susseguenti al fatto della detenzione di notevoli quantitativi di droga, appaia un dato univocamente indicativo di appartenenza al sodalizio”.