Area Urbana
Città unica, parla Piero Minutolo: «lanciai la proposta nel 1994»
COSENZA – “Lanciai la proposta di fusione dei tre comuni dell’area urbana nel 1994 (di grande Cosenza si discusse sin dagli anni sessanta ma mai si parlò di fusione tra comuni) e la riproposi a più riprese insieme all’associazione “Io partecipiamo” promuovendo ben quattro convegni sull’argomento”. A parlare è Piero Minutolo, Presidente Associazione “Io partecipiamo” ed ex Sindaco di Cosenza.
“Non convince l’idea di dar vita prima all’Unione dei Comuni”
“Il primo lo organizzammo otto anni fa nel ridotto del teatro Rendano insieme all’Istituto Nazionale di Urbanistica e agli Ordini professionali degli architetti e degli ingegneri sul tema: Cosenza, Rende e Castrolibero, un comune unico per lo sviluppo della grande area urbana” che registrò anche gli interventi di Mario Occhiuto, Marcello Manna e Giovanni Greco. L’impegno di realizzare la città unica annunciato di recente da diversi consiglieri regionali di maggioranza e minoranza e dai sindaci di Cosenza Rende e Castrolibero, è una buona notizia. Non convince però l’idea di dar vita prima all’Unione dei Comuni – prosegue Minutolo. – Sarebbe come rinverdire un dejà vu di esperienze rivelatesi fallimentari che potrebbe allontanare o addirittura vanificare la realizzazione della città delle tre città, primo passo di un disegno più ampio che poi dovrà includere anche Montalto, Castiglione Cosentino, Zumpano e Rogliano.
La conurbazione di Cosenza Rende e Castrolibero è avvenuta ormai da diversi anni e i sondaggi effettuati in passato hanno confermato che la maggioranza dei cittadini interpellati vuole il comune unico. E non avrebbe potuto essere diversamente dal momento che gran parte dei rendesi e castroliberesi di oggi sono in realtà i cosentini di ieri e sono da sempre intense e quotidiane le relazioni culturali, economiche e sociali tra i cittadini delle tre comunità. Sarebbe pertanto assurdo continuare a mantenere in vita ancora per lungo tempo il paradosso costituito da una città amministrata da tre Comuni. Con l’attuazione del comune unico sarebbe possibile adottare in tempi brevi il Piano Strutturale unico per ottenere una razionale programmazione del territorio che potrebbe impedire o almeno limitare la costruzione di nuovi edifici residenziali, conditio sine qua non per poter avviare con qualche possibilità di successo la rigenerazione dei centri storici ed incentivare l’insediamento nelle aree industriali di attività non solo commerciali ma prevalentemente produttive ad elevato indice occupazionale.
Piano Amaco: “basterebbe potenziarlo e rilanciarlo”
“E ancora, prosegue l’ex sindaco di Cosenza, non servirebbe realizzare alcun carrozzone mangiasoldi per ottenere un efficiente servizio di trasporto pubblico nei, tra i tre comuni e l’Università, basterebbe potenziare e rilanciare l’AMACO con un piano industriale adeguato alla nuova realtà territoriale. Notevoli economie di scala si otterrebbe nella gestione di alcuni servizi di primaria importanza (nettezza urbana, forniture, mense scolastiche, manutenzione straordinaria ecc.) e un risparmio di circa 500.000 euro all’anno sulle spese correnti (indennità di carica consiglieri, assessori sindaci, collaboratori, retribuzione di segretari comunali, revisori dei conti, nuclei di valutazione, ecc.). Aumenterebbero anche le entrate. Il nuovo Comune otterrebbe un contributo statale straordinario di almeno 2 milioni di euro all’anno per dieci anni consecutivi e potrebbe affacciarsi anche la possibilità di un intervento governativo rivolto ad alleggerire la pesante situazione finanziaria del comune di Cosenza. Con una popolazione superiore a 100.000 abitanti, importanti economie di spesa e maggiori entrate, si potrebbe abbassare di molto il livello della tassazione locale, migliorare la qualità e la quantità dei servizi e ampliare la dotazione organica che ormai nei tre Enti è ridotta al lumicino. Sarebbe possibile assumere sei o settecento persone.
La data di conclusione del procedimento di fusione dei tre comuni indicata dai consiglieri regionali (1febbraio 2025) – conclude – preceduta dall’indizione del referendum, se sarà confermata da validi atti pubblici vincolanti e dalla volontà dei cittadini, metterà finalmente una pietra tombale su una discussione che ha prodotto finora solo milioni di parole, innumerevoli annunci e nessun fatto. La fusione di Cosenza Rende e Castrolibero sarà la loro forza”.
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