Tirreno
Cipolla rossa di Tropea: nel mirino i pesticidi in mare. Molinaro (FdI): “non sia capro espiatorio dei problemi ambientali”
COSENZA – La filiera per la produzione della cipolla rossa di Tropea, in alcuni territori tra la provincia di Cosenza e quella di Catanzaro, creerebbe problemi di inquinamento nel mar Tirreno. Ad annunciare controlli serrati e mirati, era stato alcuni giorni fa il Procuratore della Repubblica di Paola, Domenico Fiordalisi. Nel mirino soprattutto l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti oltre i limiti e che, nel successivo lavaggio del prodotto finito, finirebbero in mare attraverso la rete delle acque bianche, causando danni ambientali.
Mentre il Comune di Amantea e quello di Nocera Terinese hanno emesso due ordinanze sindacali con il divieto di utilizzare fertilizzanti, pesticidi, funghicidi e liquami zootecnici nelle aree agricole confinanti con il mare e nelle vicinanze di pozzi, sorgenti e corsi d’acqua, la Procura di Paola avrebbe già in mano delle analisi eseguite in alcuni punti della fascia costiera tra Amantea e Nocera Terinese, sul possibile utilizzo di pesticidi chimici nella coltivazione delle cipolle.
“Bene i controlli ma non criminalizzare La Cipolla rossa di Tropea IGP”
Bene i controlli ambientali, ma no si può criminalizzare La Cipolla rossa di Tropea IGP, uno dei prodotti simbolo della Calabria e soggetta ad un ferreo disciplinare per coltivazione e produzione. È quanto in sintesi ha dichiarato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Pietro Molinaro «Plaudo all’istituzione da parte del Procuratore della Repubblica di Paola dott. Fiordalisi del pool per contrastare i reati ambientali e custodire quello che è un bene collettivo quale è il mare».
«Però è inaccettabile – afferma il consigliere regionale – criminalizzare, come purtroppo sta avvenendo il prodotto agricolo “Cipolla Rossa di Tropea IGP” associandolo a pratiche scorrette o a dinamiche estranee alla filiera agricola. Sono infondate e lesive non solo per i produttori, ma per l’intera comunità che da anni investe in qualità, sostenibilità. La coltivazione della Cipolla IGP – prosegue- soggiace ad un ferreo disciplinare di produzione e la coltivazione ha precisi standard agroecologici e di tracciabilità certificata ed è soggetta almeno ad un triplice controllo: Ministero, Regione e organismi di controllo e certificazione».
Calabria regione a “glyphosate zero”
«Il racconto che si sta facendo – ricorda Molinaro – ha trovato come bersaglio la cipolla IGP e anche le foto che vengono pubblicate danno questa esemplificazione. La Calabria è la seconda regione per superfice biologica, nei Disciplinari di Produzione Integrata delle infestanti e pratiche agronomiche a partire dal 2016 ha proibito il “glifosato” e l’agricoltura calabrese si è qualificata sui mercati con produzioni “glyphosate zero” e confermando alti standard qualitativi, si è resa garante della sicurezza alimentare ciò, ha inciso notevolmente sulla valorizzazione delle nostre produzioni. Per quanto mi riguarda, ribadisco con forza il valore, la qualità e la trasparenza di questo prodotto simbolo della nostra regione».
Controlli devono riguardare l’intero ciclo della depurazione
«Ben vengano i controlli ma questi devono riguardare l’intero ciclo della depurazione che purtroppo non funziona. I canali che arrivano al mare sono alimentati da altri scarichi ed è questo che si deve controllare. Ci sono località, ad esempio, che non hanno ancora le fogne pubbliche! Dove scaricano? Mi chiedo e chiedo. Difendere quindi a Cipolla Rossa di Tropea IGP significa difendere la verità, il lavoro e la dignità di un’intera regione, perciò, occorre dare subito informazioni rassicuranti perché i mercati devono fidarsi e comprare. Poi – conclude Molinaro – se c’è qualche produttore che non fa il proprio dovere è bene che sia perseguito».
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