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Centro migranti a Campotenese, istituzioni compatte: «Sì al dialogo, un dossier a difesa della vocazione del territorio»
Oggi un secondo incontro alla presenza delle istituzioni del territorio che condividono il percorso da seguire: dialogo istituzionale attraverso un documento che con numeri e atti concreti, possa raccontare qual è la realtà di Campotenese
MORANO CALABRO (CS) – La possibilità che sorga un centro di accoglienza per migranti nel cuore di Campotenese, l’altopiano che ricade nel Comune di Morano Calabro considerato la porta del Parco nazionale del Pollino, sta destando molta preoccupazione tra coloro che hanno scelto di restare, cittadini e operatori economici che da anni hanno investito nel turismo e nell’agroalimentare di qualità.
Nelle ultime settimane si è palesata infatti, la possibilità che una nota struttura ricettiva dell’altopiano, potrebbe essere trasformata in un centro di accoglienza per migranti. Motivo che ha spinto il sindaco di Morano Calabro, Mario Donadio ad incontrare una prima volta i cittadini e a chiedere un incontro con il Prefetto di Cosenza, per avere delucidazioni in merito. Dopo aver parlato con Rosa Maria Padovano, il primo cittadino ha voluto informare nuovamente i cittadini.
Centro per migranti a Campotenese, un secondo incontro
Questo pomeriggio, infatti, proprio a Campotenese, si è svolto un secondo incontro, questa volta alla presenza di diverse istituzioni pubbliche. Al fianco di Mario Donadio, e la sua giunta, erano presenti infatti i sindaci del territorio, da Paolo Pappaterra per Mormanno, a Maria Angelina Russo, per Laino Borgo, che hanno portato anche il sostegno dei primi cittadini di Saracena e Laino Borgo.
Al tavolo anche il presidente del Gal Pollino, Domenico Pappaterra, ex presidente dell’ente Parco del Pollino, oggi rappresentato da Luigi Lirangi che per l’occasione ha mandato il suo messaggio attraverso Vincenzo Ventura. Presenti anche Elisabetta Santoianni nella duplice veste di consigliere regionale neoeletta e rappresentante di AIC Calabria, Associazione Italiana Coltivatori, insieme a Riccardo Rosa, segretario provinciale di Noi Moderati e consigliere regionale.
Il sindaco Donadio ha innazittutto chiarito ai presenti, un nutrito parterre di cittadini e operatori del territorio, non solo di Campotenese, che da parte della struttura c’è stata una partecipazione al bando regionale che prevede la riconversione delle strutture ricettive in centri di accoglienza. Una prima certezza rispetto allo scorso incontro che però non chiude la questione. Al momento, infatti, c’è da attendere e capire se la struttura abbia o meno l’idoneità per la riconversione.
Quello che Donadio ha voluto ribadire è un messaggio chiaro: “Da parte dell’amministrazione e della comunità non c’è nessuna forma di razzismo, il no è nei confronti del business dell’accoglienza e della speculazione. Quello che si vuole fare in questo momento è tracciare una strada ragionata e non di pancia, che rischierebbe di far passare un messaggio sbagliato”.
Donadio: “Seguire la strada istituzionale”
La strada che il primo cittadino vuole seguire è quella del dialogo istituzionale, quella condivisa dalle istituzioni del territorio, presenti compatte questa sera al fianco dell’amministrazione di Morano Calabro “per far comprendere che a Campotenese si vuole continuare a seguire la strada già tracciata, quella del turismo e dell’agroalimentare di qualità, tutelando chi ha investito in questo territorio”.
A far eco alle parole del sindaco tutti gli altri esponenti istituzionali che in modo unanime hanno ribadito che il territorio di Campotenese “non può permettersi di avere una vocazione diversa da quella che ha oggi“, ricordando come negli ultimi anni sia stata la zona che ha ricevuto “più investimenti in assoluto, nel territiorio del Parco del Pollino, sul versante calabro” e che “tutti i sacrifici fatti fino ad ora non possono essere vanificati”.
In atto un “cortocircuito istituzionale”
Chiara ed incisiva la posizione di Riccardo Rosa che ha spiegato come in questo caso si è venuto a creare un vero e proprio “cortocircuito istituzionale”. Da una parte, infatti, ci sono le leggi e gli “imprenditori hanno tutto il diritto di investire nella direzione che preferiscono, seguendo le leggi in vigore”, dall’altro lato però oltre alla legge “esiste la morale, i sogni e le ambizioni di persone che credono in qualcosa di diverso e che, qualcosa di diverso, in questo territorio può avvenire”.
Ecco perchè l’esponente di Noi Moderati ha ricordato a tutti che “noi abbiamo un ruolo morale e politico di far capire ai nostri imprenditori come fare imprenditoria, che gli investimenti dovrebbero essere in linea con la vocazione del territorio, investendo nelle attività senza snaturarle”.
Rosa ha ribadito come l’accoglienza è un interesse pubblico al pari “dei sogni delle famiglie che hanno investito e che non possono essere infranti, come anche del pil che deve crescere grazie al turismo, che non può essere contrastato dal lecito svolgimento di un’attività imprenditoriale miope e che non tiene conto del futuro di un territorio”.
Un dossier sui dati
Cosa si può fare, dunque, di concreto per cercare di controvertire la strada? Dialogare. Il dialogo da mettere in campo, come è stato ribadito su tutti i fronti, è quello istituzionale da un lato, e dall’altro con il privato per compredere le ragioni che lo hanno spinto a fare questa scelta avanzando una proposta “reale, concreta e credibile”, come ha precisato Donadio, che possa “consentire alla struttura di continuare ad avere una vocazione turistica”.
I rappresentanti istituzionali hanno convenuto che da domani si lavorerà alla costituzione di un dossier che possa raccontare concretamente, in modo preciso e puntuale, attraverso numeri e documenti, qual è la realtà di Campotenese, attraverso “atti concreti che parlano del territorio, di quello che i privati sono riusciti a fare in questi anni, di quello che si è fatto e che si sta costruendo” come ha ribadito Domenico Pappaterra lanciando l’iniziativa.
Da domani, dunque, si lavorerà in modo congiunto tra istituzioni, cittadini e privati per redigere un documento che permetta di dire no ad uno “stravolgimento del territorio” che sia in grado di dimostrare cosa Campotenese perderebbe dicendo sì a tre anni di accoglienza, quella che, con un centro di questo tipo, “non potrà mai essere integrata, ma solo fatta per soldi” come ha precisato l’assessore del Comune di Morano Calabro Josephine Cacciaguerra.



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