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«Cambiare o perire»: Damiano Covelli al PD calabrese «Commissariamenti e paracaduti lo hanno distrutto»

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«Cambiare o perire»: Damiano Covelli al PD calabrese «Commissariamenti e paracaduti lo hanno distrutto»

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Pd Cosenza Damiamo Covelli

COSENZA – «Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire». Con queste parole, Damiano Covelli, membro della Direzione Provinciale del Partito Democratico di Cosenza, commenta la nuova, pesante sconfitta del centrosinistra alle elezioni regionali calabresi. È la terza consecutiva e per Covelli non ci sono più attenuanti: «La classe dirigente dei partiti, troppo legata alle logiche delle correnti nazionali e poco all’interesse del territorio, deve assumersi le proprie responsabilità. Non ci sono più alibi».

L’analisi di Damiano Covelli

Covelli analizza così il voto che ha visto la coalizione di centrosinistra, pur unita attorno alla candidatura di Pasquale Tridico e sostenuta da forze che vanno dalla Casa dei Riformisti a Rifondazione Comunista, incassare un risultato nettamente inferiore alle attese, con la terza sconfitta consecutiva. «È un interrogativo bruciante – afferma Covelli – perché, date queste condizioni, abbiamo fallito così sonoramente? La risposta è nella desertificazione del PD e del centrosinistra calabrese, iniziata anni fa con commissariamenti usati per fini personalistici e non per la crescita del partito».

Il PD in Calabria è diventato una forza residuale

Covelli parla di un Partito Democratico indebolito e incapace di essere forza trainante: «Il PD in Calabria è diventato una forza residuale, ferma al 13,50%, in netta controtendenza rispetto al 22% nazionale. Non possiamo più accettare le giustificazioni furbesche di chi somma i nostri risultati con quelli di altre liste, come DP: bisogna essere seri, dirigenti e militanti di DP non fanno parte del nostro partito».

A Cosenza miglior risultato. Ma il Pd resta poco attrattivo

Un paradosso, secondo l’assessore Comunale di Cosenza, emerge proprio nella città Bruzia: A Cosenza, la città del Presidente Occhiuto, il centrosinistra registra il suo miglior risultato con il 56,7%, ma il PD resta poco attrattivo, fatta eccezione per il lavoro politico e istituzionale portato avanti da pochi dirigenti coerenti e presenti sul territorio».

Rinnovamento e discontinuità, non sostituismo

Per Covelli, la chiave per ripartire è un rinnovamento vero, non di facciata: «L’opera di rinnovamento avviata con il congresso provinciale che ha eletto il giovane sindaco Matteo Lettieri è indispensabile. Ma è stata frenata da logiche interne e da una lista regionale poco competitiva».

In questi anni il partito ha preferito «l’autoreferenzialità, i ‘paracaduti’ e la conservazione del potere, invece di offrire una visione alternativa al centrodestra». E cita come esempio positivo il successo elettorale della neo consigliera Rosellina Madeo: «Il suo exploit di consensi conferma che l’elettorato premia il cambiamento. Dobbiamo aprirci ai territori, ai sindaci, agli amministratori locali, ai circoli che per troppo tempo sono stati chiusi o riattivati solo durante le campagne elettorali».

Damiano Covelli lancia un appello diretto alla classe dirigente del partito: «Apriamo porte e finestre. Non ci sono più scuse. Serve favorire il rinnovamento vero, che è il contrario del sostituismo. La nostra più grande mancanza è stata quella di non costruire un’opposizione politica e sociale seria e costante, che doveva partire dal partito in tutte le sue articolazioni, sostenendo davvero il gruppo consiliare regionale».

Il Monito di Damiano Covelli “Cambiare rotta o perire”

Il messaggio finale del membro della Direzione Provinciale del PD Cosenza è netto: «È arrivato il momento di rompere lacci e lacciuoli e i sodalizi complici che hanno impedito al PD di svolgere il suo ruolo di forza trainante. Serve una fase nuova, di apertura e di forte discontinuità. Il PD in Calabria ha solo due alternative: cambiare rotta o perire».

 

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