ROMA – Per il Pnrr sono “indispensabili” trasparenza e un sistema di controlli ed è “decisiva” per la sua riuscita (una “salita particolarmente ripida” ), la rinegoziazione di alcune misure, spostando gli investimenti meno urgenti su altri finanziamenti.
Nel Codice degli appalti sono state introdotte troppe deroghe e “scorciatoie” pericolose. E nel dl sul Ponte sullo Stretto di Messina, c’è una grossa pecca, uno “squilibrio” nel rapporto tra la parte pubblica e quella privata, che si traduce in un danno per la prima. Così il presidente dell’Anac Giuseppe Busia, presenta i suoi dubbi sulla infrastruttura che collegherà la Calabria alla Sicilia, nella sede della Camera la relazione annuale sull’attività dell’autorità anticorruzione.
Rassicurazioni dal Mit: “preoccupazioni infondate”
Sono “totalmente infondate le preoccupazioni dell’Anac a proposito del Ponte sullo Stretto, come lo erano quelle sul Nuovo Codice degli Appalti”. Lo afferma il Mit in una nota. “Non solo – spiega – perché verrà nominato un responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza, ma anche perché le garanzie a tutela della legalità e del corretto utilizzo dei fondi pubblici sono salvaguardate dalle norme generali del nostro ordinamento nonché dal Codice degli Appalti. Codice degli Appalti che prevede precise responsabilità e sanzioni”.
“In particolare, – spiega ancora il Mit – si rammenta che, come prima di ogni cantiere rilevante, in accordo col Viminale sarà sottoscritto il Protocollo Legalità che garantisce procedure di controllo ancora più efficaci”. “Infine, è doveroso ricordare che il Governo ha ripristinato un contratto frutto di una gara, gli oneri nei confronti del contraente generale sono già previsti dai vincoli derivanti dalla normativa euro-unitaria sui contratti pubblici e che gli innalzamenti delle soglie per gli affidamenti diretti sono già in vigore da alcuni anni”.
M5S: “Il governo dei patrioti si fa beffe dello Stato”
“Il presidente dell’Anac Busia ha ribadito oggi ciò che il M5s sostiene da mesi: quello che si autoproclama come il governo dei patrioti si fa beffe dello Stato”. Così in una nota i parlamentari delle commissioni Trasporti di Camera e Senato Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi, Giorgio Fede, Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi e Antonio Trevisi.
“La verità – aggiungono – è che a Salvini e ai suoi alleati interessa solo l’affare Ponte sullo Stretto, al fine di saziare gli appetiti dei soliti noti. Non è un caso che ogni nostro emendamento volto a tutelare gli interessi dello Stato sia finito nel tritacarte. Sulle decine di criticità di un progetto formulato 12 anni fa ancora oggi non è arrivato nessun chiarimento. Si parla a sproposito di intermodalità, ma intanto l’Alta Velocità Salerno-Reggio è al palo e i lavori delle opere ferroviarie e stradali siciliane vanno avanti con sfiancanti stop and go”.
“Siamo alla farsa: un governo che non riesce a trovare soldi per gli alluvionati romagnoli – dicono ancora – senza tagliare a destra e manca sul sociale, vuole convincerci che è indispensabile spendere 15 o più miliardi per un ponte dall’utilità non certificata dai numeri. Miliardi che oltretutto allo stato attuale non ci sono”. “A questo punto – concludono – una domanda sorge spontanea: cosa aspetta la premier Meloni a mettere un argine ai disastri di Salvini? Se davvero ha a cuore la patria come spesso dice, la leader di Fdi dovrebbe stoppare lo sgangherato e dannoso disegno del ministro dei Trasporti sul Ponte. Che è un colossale e costoso pasticcio, il cui prezzo lo stanno già pagando gli italiani”.