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“Di casa si muore”, il caso di Alessandro ‘fa rumore’ «qualcosa sta iniziando a muoversi ma non basta»

Calabria

“Di casa si muore”, il caso di Alessandro ‘fa rumore’ «qualcosa sta iniziando a muoversi ma non basta»

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alessandro giordano reggio

REGGIO CALABRIA – Ha superato le 37mila adesioni la petizione lanciata da Alessandro Giordano che ha chiesto aiuto per chiedere l’assegnazione di un alloggio popolare raccontando la sua storia: “costretto a vivere in affitto in una casa non idonea alla mia saluta nel silenzio delle istituzioni”. Alessandro vive a Reggio Calabria ed ha 36 anni. Da quando ne aveva 8, combatte contro una malattia che lo ha costretto a 16 anni di dialisi per poi ad arrivare al trapianto di rene. Nel 2008 si è allontanato dalla città per un intervento salvavita e, al suo ritorno, la sua casa è stata completamente occupata e distrutta. Ora vive in un appartamento in affitto non idoneo alle sue precarie condizioni di salute. 

In un aggiornamento pubblicato ieri sulla petizione lanciata dallo stesso Alessandro Giordano su Change.org “Di casa si muore” su Change.org, attraverso cui ha denunciato le sue condizioni di vita in una casa non idonea alla sua salute precaria – ha fatto sapere ai 37mila firmatari gli ultimi aggiornamenti sul suo caso:

“Carissimi amici, prima di tutto grazie per ogni firma, per ogni condivisione, per ogni parola di sostegno. La vostra voce, unita alla mia, ha fatto rumore in tutta Italia anche se ciò ancora non è bastato per risolvere la situazione. Voglio aggiornare tutti voi sulla situazione attuale. Dopo la petizione e la mobilitazione nazionale la Garante della Salute della Calabria, Anna Maria Stanganelli, è venuta a trovarmi di persona per verificare la mia situazione e cercare un modo per aiutarmi a risolvere questo problema urgente. Sono passati dei giorni ma ancora non si sa nulla, aspettiamo, diamole tempo e vediamo cosa succede. Mercoledì mi hanno chiamato e verranno i Servizi Sociali, attivati grazie anche alla vostra pressione pubblica. Vedremo anche in questo caso cosa mi diranno e quali azioni vorranno intraprendere”.

“Purtroppo, ancora non ho ricevuto nessuna risposta da parte del Sindaco. Spero che si farà vivo, non solo per me e la mia storia, ma per quello che rappresenta per tanti cittadini che si sentono o sono stati abbandonati dalle istituzioni. Oltre questo mi aveva cercato un’assessore tramite una testata giornalistica a cui chiese se poteva darle il mio numero: accettai, però non ho mai ricevuto quella telefonata. Non una parola. Non un contatto. Non un gesto. Il silenzio totale da parte di chi ha il potere di risolvere. Per questo oggi vi chiedo ancora una volta di restare con me in questa battaglia. Condividete questa petizione. Inviatela ad amici e parenti. Parlatene, scrivetene, fate un video sui social se volete dire la vostra. Fate rumore, perché l’indifferenza si spezza solo quando è costretta a sentire. Vi ringrazio e spero di aggiornarvi presto positivamente questa volta”.

 

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