COSENZA – Una vita spensierata, come qualsiasi 19enne, tra social, amici, l’amore per la danza e la musica e l’impegno in parrocchia. Denise Galatà muore inghiottita dal fiume Lao, lasciando dietro l’enorme e insensato vuoto di una giovanissima vita spezzata. Uno strazio, quello della comunità di Rizziconi dove la giovane risiedeva, e della Calabria intera, che lascia spazio al tempo delle delle domande.
“Suonava l’organo nella chiesa dell’Immacolata, faceva vita di parrocchia in linea con il suo carattere estremamente portato all’altruismo. Dava una mano all’Azione Cattolica”, ha raccontato alla stampa locale don Nino Larocca, parroco di Rizziconi. Denise amava il ballo, come testimoniano diversi suoi post su TikTok, e si teneva informa andando in palestra.
Frequentava il VB al liceo “Giuseppe Rechichi” di Polistena. “La comunità studentesca è veramente frastornata, sconvolta, incontrerò oggi stesso i ragazzi per aiutarli ad elaborare una tragedia simile che è sconvolgente. Davanti ad una simile esperienza, crolla loro tutto addosso”, spiega invece Don Pino Demasi parroco del Duomo di Polistena.
L’amica Giorgia: “la corrente era forte, ho avuto paura”
Un dolore per Denise che esige anche verità. Giorgia Cannatà, amica di Denise, ripercorre gli attimi della tragedia con Gazzetta del Sud:
“Inizialmente il fiume era calmo – ci ha raccontato la ragazza – poi la corrente era forte e ad un tratto si è molto agitato e abbiamo iniziato ad avere tanta paura, ancora di più dopo aver udito tre fischi da parte di una delle guide, il segnale che voleva dire emergenza. Su sette gommoni, cinque si sono ribaltati, anche quello in cui c’ero io. Ci hanno detto di rallentare la discesa per metterci a riva vicino alle rocce, ma la corrente era troppo forte e rallentavamo piano. Siamo rimasti bloccati sulle rocce dalle 12 alle 14.30. Ho avuto paura e ho gridato tanto. La corrente era troppo forte. Quando ci siamo ritrovati tutti in uno spiazzo, mancavano 8 di noi. Poco dopo, su un gommone, sono ritornati, recuperati dalle guide, in sette, ma Denise non c’era, il suo gommone è rimasto incastrato nella roccia. Per lasciare il fiume Lao, con le corde, ci hanno fatto salire lungo un sentiero in salita dalla parte della montagna, ed io, così come altre mie compagne, siamo scivolate più volte” .
“Era perfetta, sempre sorridente, scherzosa, sempre disponibile, molto socievole, spiega Giorgia tra le lacrime – “L’ultima volta che l’ho vista, visto che la sua guida aveva un caschetto da vichingo, le ho urlato: vichinga rema e vai veloce”.