Aiello lancia l’allarme: «Ex percettori Reddito di Cittadinanza senza alternative in Calabria»

Mentre l’Inps eroga l’ultima mensilità oggi in Calabria arrivano i protagonisti dell’avvento del popolare sussidio: Conte e Tridico

COSENZA – In queste ore l’Inps sta erogando quella che sarà, per molte famiglie, l’ultima mensilità del Reddito di Cittadinanza. Migliaia di persone, in Calabria circa 15.700 nuclei familiari, a partire da agosto non potranno disporre più di questo sussidio. Un’ecatombe sociale in una regione dove, i tassi di disoccupazione ed emigrazione, raggiungono primati unici a livello nazionale. A chiarire quali potranno essere gli effetti sul territorio della soppressione della popolare misura di sostegno al reddito è Francesco Aiello, docente ordinario di Politica Economica all’Unical e presidente del think tank “Open Calabria” che, ormai da anni, analizza l’andamento dell’economia calabrese.

Gli effetti dell’abolizione del Reddito di Cittadinanza in Calabria

«Il problema principale di questa riforma – secondo Aiello – è che riduce la platea dei beneficiari ipotizzando che siano facilmente collocabili nel mercato del lavoro, indipendentemente dal loro grado di occupabilità e dalle condizioni economiche del sistema. Dopo mesi dall’inizio della discussione sulla legge di riforma del Reddito di Cittadinanza sembra non si sia fatto molto da un punto di vista istituzionale per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro di questi disoccupati. In Calabria si pone, quindi, un problema serio in quanto molti nuclei familiari finora sono riusciti a soddisfare i propri bisogni primari solo grazie al Reddito di Cittadinanza. Nei prossimi mesi si troveranno ad essere senza lavoro e senza reddito in un momento in cui le imprese – data la particolare fase di stagnazione che caratterizza l’economia calabrese – non assumono. Un blocco che vincola moltissimo i processi di investimento e, quindi, la creazione di nuova occupazione. È un dato di fatto. Il lato dolente è proprio questo: si pensa di riformare lo strumento di aiuto ai meno abbienti senza tener conto che il mercato di lavoro in Calabria è in profonda crisi. Le aziende calabresi assumono, in generale, poco e soprattutto non assumono quel profilo di lavoratore che è il percettore di reddito di cittadinanza che, solitamente, è a bassa scolarizzazione, scarsamente formato, disoccupato di lungo periodo e che, quindi, è dotato di poche abilità professionali. Debolmente occupabile, appunto. Il percettore necessita, quindi, di efficaci politiche attive di affiancamento e professionalizzazione affinché possa inserirsi nel mondo del lavoro».

Le alternative: il lavoro nero o l’emigrazione

«Queste persone – spiega il professore di Economia – si trovano oggi di fronte a un dilemma: rimanere disoccupati e senza sussidi e vivere di espedienti al fine di raggiungere la soglia minima di reddito che garantisce la sussistenza, oppure emigrare. L’ex beneficiario che non ha vincoli di mobilità cercherà plausibilmente lavoro in altre regioni o all’estero, alimentando di qualche punto percentuale i flussi in uscita. Un’emigrazione sollecitata dalla rigidità del mercato del lavoro calabrese che non consente a questi disoccupati di essere collocati. L’abolizione del Reddito di Cittadinanza in Calabria comporterà, quindi, sia un aumento dell’occupazione irregolare, sia lo spopolamento. E’ certo, d’altra parte, che si avrà un crollo dei consumi che, dato il profilo dei percettori del Reddito di Cittadinanza, hanno alimentato negli ultimi quattro anni l’economia locale. Lo scenario che si prospetta, in assenza dell’aiuto al reddito, è che una parte rilevante degli acquisti sarà ridimensionata. A tal proposito, è utile anche ricordare che il Reddito di Cittadinanza è servito non solo per sostenere la spesa alimentare o le utenze domestiche, ma anche per allargare la varietà dei beni e servizi di una fascia della popolazione che vive in stato di indigenza».

Esiste un legame con la microcriminalità?

«Non abbiamo evidenze empiriche – dichiara Aiello – per affermare che l’abolizione del Reddito di Cittadinanza in Calabria comporti un aumento della microcriminalità. Non esistono dati a sostegno di questa ipotesi. È probabile che succeda, così com’è probabile che qualche automobilista non rispetti i semafori o non dia la precedenza ai pedoni. È utile dire che si delinque anche in presenza di redditi alti. L’aspetto più drammatico, che riguarda la stragrande maggioranza dei casi, è che le famiglie oneste che vivono sulla soglia di occupabilità saranno private di un aiuto che finora ha consentito loro di soddisfare alcuni bisogni in una fase in cui l’economia è ferma».

I nuovi strumenti: Adi ed Sfl

«Il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) e l’Assegno di Inclusione (ADI) – spiega Francesco Aiello – possono lenire il disagio degli ex percettori di RdC perché contribuiscono a non azzerare completamente il reddito di alcune famiglie. Garantiranno loro un minimo di sostenibilità finanziaria. Bisogna però interrogarsi sul fine della formazione che attiveranno. In linea teorica si tratta di strumenti che hanno come obiettivo finale l’aumento di occupazione. Per raggiungere questo fine, si dovrebbero conoscere i fabbisogni occupazionali delle imprese e orientare in tale direzione i processi formativi per consentire la copertura dei posti vacanti. Fin quando non ci sarà la corrispondenza tra fabbisogni delle imprese e capacità da parte dei disoccupati di offrire lavoro, avremo solo provvedimenti tampone. Le difficoltà aumentano anche perché siamo in una fase molto delicata dell’economia regionale che stenta a crescere a tassi compatibili con incrementi consistenti di occupazione. Per sanare tutte queste posizioni è necessario che l’economia calabrese inizi a crescere in modo tale da aumentare la domanda di lavoro delle imprese per qualsiasi livello professionale e anche, quindi, quelli che oggi classifichiamo ad alto rischio, ossia scarsamente scolarizzati e poco formati. Serve accrescere il livello di professionalizzazione tenendo conto delle esigenze delle imprese per rispondere ai bisogni di occupazione duratura che è quella che occorre avere una volta che si esce dallo status di percettore di un particolare aiuto. Un esempio. Sappiamo già che non abbiamo bisogno di estetisti e parrucchieri che abbiamo massivamente finanziato in passato. Abbiamo, invece, bisogno di professionalizzare figure da collocare, per esempio, nel settore dell’agricoltura e del turismo».

La nuova riforma del lavoro varata dalla Regione Calabria

«La riforma del lavoro varata dal Consiglio regionale della Calabria se è finalizzata a dotare il territorio di centri di formazione che facciano le loro attività in maniera seria, potrà essere utile ed efficace. Con questa legge – afferma Aiello – si riduce il numero di attori istituzionali che si occupano di formazione in Calabria e si snellisce la governance del settore riducendo potenziali costi e disagi derivanti dal mancato coordinamento e dalla duplicazione dei corsi. Se questa è un’ipotesi valida, la riforma non può che essere che valutata positivamente. Gli enti che si occupano di formazione in Calabria per svolgere appieno la propria missione devono, però, conoscere le dinamiche e le specificità settoriali al fine di proporre corsi di formazione utili alla copertura di posizioni vacanti. Se la formazione sarà generica e non mirata, questa riforma si rivelerà essere l’ennesima enunciazione di buoni propositi senza, però, alcun effetto reale. Si trasformerà, in tal caso, in un elegante meccanismo di sussidio per gli enti che organizzeranno corsi di formazione. Sprechi di denaro pubblico».

Conte e Tridico protagonisti della nascita del RdC oggi in Calabria

A discuterne pubblicamente oggi a Diamante, in provincia di Cosenza, alle 18:30 nella sede del museo Dac, saranno i protagonisti dell’avvento del Reddito di Cittadinanza: l’ex premier e leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e l’ex presidente dell’INPS Pasquale Tridico. Durante l’incontro con la cittadinanza sarà presentato il libro “Il lavoro di oggi, la pensione di domani” scritto da Pasquale Tridico che ne discuterà con il giornalista del Corriere della Sera, Tommaso Labate, e il sindaco di Diamante, Ernesto Magorno. Un’importante occasione di confronto che si ripeterà in Sila, il 10 agosto a Camigliatello.

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