Il WWF Calabria sconfessa l’Arpacal: “In mare si scarica di tutto a cominciare dai liquami degli autospurgo”

Il presidente regionale del WWF Pino Paolillo sconfessa l’Arpacal che aveva parlato di fioritura delle alghe: “Quello che da decenni si verifica sulle coste calabresi si chiama inquinamento organico, ed è provocato dalle acque di fogna che sono depurate male o affatto”

 

CATANZARO –  Quel colore verdastro del mare, a pochi metri della battigia, nel tratto di costa del comune di Pizzo Calabro, a nord della foce del fiume Angitola, che aveva mandato sul piede di guerra operatori turistici e bagnanti, era stato giustificato dall’Arpacal come “normale fioritura algale verificatasi a causa delle condizioni meteo-marine“. Questo l’esito del sopralluogo comunicato da Maria Antonella Daniele, biologo del servizio tematico Acque del Dipartimento provinciale di Vibo Valentia dell’Arpacal. Stessa cosa per quanto riguarda le chiazze rosa e marroni sul tirreno cosentino puntualmente denunciate dai bagnanti con foto e video. Lo scorso anno la dott.ssa Evelina Provenza, referente Provinciale Dipartimento di Cosenza dell’Arpacal, si affrettò a dichiarare “Le chiazze di colore marrone che ogni tanto si ripropongono a riva sul tirreno cosentino, non sono affatto segno di inquinamento, ma si tratta di mucillagine.

Poche fa la replica, l’ennesima, di questa querelle che alla fine non fa altro che danneggiare i turisti e gli operatori del settore. Una conclusione molto diversa rispetto alle valutazioni dell’Arpacal e che arriva direttamente presidente regionale del WWF Pino Paolillo che non ci sta e punta il dito contro la pessima depurazione dei nostri mari e dallo sversamento continuo e illegale di liquami a mare da parte degli autospurgo. Per l’ambientalista la verità è ben altra. Una denuncia chiara e diretta di una situazione diventata insostenibile e di cui la politica non vuole e non sa farsi carico.

“Ci risiamo! Arriva l’estate e ci ricordiamo che esiste il mare, con i suoi problemi di grandezza proporzionale, legati soprattutto alla situazione di quei 5-10 metri in cui stiamo in ammollo. Settembre poi verrà, e tutto, c’è da scommetterci, ricadrà nel dimenticatoio. Fino al prossimo Luglio. Anche quest’anno, puntuale come il solleone, impazza la polemica sul mare, sull’origine delle strane colorazioni verdastre e sui possibili rimedi, con migliaia di fotoreporter “social” dal fronte di guerra balneare.
Ebbene, per vecchia esperienza posso assicuravi che, al di là dei proclami, delle proteste e dei buoni propositi, anche stavolta non cambierà nulla e che il prossimo anno saremo qui a discutere dello stesso problema. E’ triste, ma è così. Tutto il resto è aria fritta.

mare-sporco-cosenza

E vi spiego perché: quello che da anni (decenni) si verifica sulle coste calabresi si chiama inquinamento organico, che è quello provocato dalle acque di fogna che non sono depurate affatto o che non sono depurate bene. A ciò si aggiunge l’ incognita rappresentata dalla destinazione finale dei fanghi residui dei depuratori ( o dei liquami degli autospurgo) : vengono smaltiti tutti secondo le norme di legge oppure in tutto o in parte vengono scaricati a mare in tempi non sospetti per risparmiare sui costi di smaltimento? Per non parlare dei fertilizzanti usati in agricoltura che arrivano a mare con le piogge invernali. Un capitolo a parte meriterebbe tutta la spazzatura, in prevalenza plastica, che sta trasformando il mare, e non solo il nostro, in una discarica galleggiante. E a mare, si badi bene, non arrivano solo gli scarichi, depurati o meno, dei comuni della costa, ma di tutti i comuni, quindi anche di quelli della collina e della montagna. Comuni ai quali, delle proteste dei bagnanti e della crisi del turismo costiero probabilmente non gliene importa poi più di tanto; anzi, in fondo in fondo, un po’ contenti forse lo sono, se sperano che qualcuno, anziché di pinne ed occhiali, si doti di zaino e scarponi per una salutare vacanza ad altitudini più elevate (salvo poi scoprire pure i boschi calabresi invasi dalla monnezza e assediati dai caciaroni: e allora ditelo che per questa regione non c’è speranza).

Il presidente regionale del Wwf Calabria Pino Paolillo
Il presidente regionale del WWF Calabria Pino Paolillo

Or dunque, nell’ipotesi, tutta da verificare, che un comune costiero sia dotato di un depuratore e stazioni di sollevamento che funzionano alla perfezione per 365 giorni all’anno, e i comuni dell’interno no, l’inquinamento si verifica lo stesso. La realtà è quella di una regione, eternamente e retoricamente “votata” al turismo, che ha comuni senza depuratori e molti altri, a giudicare dai numerosi sequestri, che funzionano male o non sono ben gestiti; dove ci sono operai addetti alla manutenzione che non vengono pagati dalle ditte, che a loro volta non vengono pagate dai comuni, e via “calabrisando”.
Quindi ogni anno, da decenni, per tutto l’anno, in mare arrivano soprattutto composti derivati dal fosforo (fosfati) e dall’azoto (nitrati) . Finché l’acqua è fredda e ci sono le mareggiate, come in inverno, non succede niente, ma quando la temperatura si alza (come in questi giorni e come da anni nei primi di luglio) e il mare è calmo, allora delle alghe miscroscopiche fatte di una sola cellula, cominciano a riprodursi in maniera eccezionale, proprio perché trovano quelle acque arricchite da questi sali nutritizi (i fosfati e i nitrati) che favoriscono il loro sviluppo, fino a raggiungere densità di milioni di cellule per dm cubico. E sono proprio queste alghe microscopiche, presenti in quantità così elevate, a dare la caratteristica colorazione verdastra o marrone al mare grazie ai particolari pigmenti presenti nelle loro cellule. Gli inglesi chiamano il fenomeno “ bloom algale”, da noi si usa “ fioritura”, “esplosione algale” ecc.. Il nostro mare dunque sta diventando “eutrofico”, cioè “ben nutrito” da tutti i nutrienti che scarichiamo continuamente. Per le catene alimentari marine questa abbondanza è persino benefica: tanto plancton vegetale ( le alghe microscopiche) vuol dire tanti animaletti, lo zooplancton, che se ne nutrono e, con essi, tanti pesci piccoli che vengono mangiati da quelli più grossi e così via. Dubito però che i turisti vengano da noi solo per gustare una frittura mista o una grigliata di pesce fresco… Metteteci pure le sagre di “pipi e patati”, la ‘nduja di Spilinga, la cipolla di Tropea e, dulcis in fundo, il tartufo di Pizzo, ma senza il mare pulito, la Calabria chiude. E allora sarà inutile piangere sui liquami versati.”

………………………………………………………………………………………………….Pino Paolillo

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