TORINO – Dalle prime ore del mattino e’ in corso una vasta operazione condotta dalle Squadre Mobili di Torino, Novara e Biella, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato di Roma, che stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a carico di 7 soggetti responsabili, a vario titolo, di turbativa d’asta aggravata dalle modalita’ mafiose e intestazione fittizia di beni.
L’aggravante mafiosa viene contestata in quanto la turbativa d’asta e’ stata realizzata per agevolare l’associazione di cui fanno parte due degli arrestati: il locale di ‘ndrangheta di Volpiano e limitrofi. L’ordinanza di custodia cautelare e’ stata emessa dal G.I.P., su richiesta del Procuratore Capo di Torino, del Procuratore Aggiunto D.D.A.,e dei sostituti D.D.A. Nel corso dell’operazione e’ stato effettuato anche un sequestro di beni. “Gli affiliati della ‘ndrangheta non sono “rozzi pastori” ma persone che utilizzano “conoscenze tecnico-giuridiche piuttosto raffinate”. Lo ha detto il procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli illustrando l’operazione “Tutto in famiglia” che ha portato questa mattina all’esecuzione di 7 misure cautelari, di cui sono destinatari anche due ‘ndranghetisti gia’ condannati nell’ambito del proceso Minotauro, cioe’ Pietro Paolo e Vincenzo Portolesi. “Questa terza operazione, dopo quelle denominate Minotauro e Colpo di Coda – ha affermato Caselli – e’ particolarmente significativa perche’ da’ la misura di come, quando si tratta di ‘ndrangheta e dintorni, non si abbia a che fare con rozzi pastori illetterati: sempre piu’ si ha a che fare con persone capaci di piegare ai propri interessi criminali gli istituti giuridici del nostro sistema ordinamentale con scaltrezza e utilizzando conoscenze tecnico-giuridiche piuttosto raffinate”. “Tutti lo dovrebbero sapere – ha aggiunto Caselli – ma qualcuno tende ancora a dimenticarlo o addirittura a negarlo. Altro che rozzi pastori: si tratta di personaggi dal punto di vista criminale raffinati e molto capaci”.