VIBO VALENTIA – O il lavoro o la vita.
Quindici operai dello stabilimento industriale dell’Italcementi di Vibo Marina sono saliti ieri sui silos della fabbrica, ad un’altezza di circa 90 metri, minacciando di buttarsi nel vuoto. La protesta scaturisce dalla chiusura dello storico stabilimento di Vibo Marina, presente sul territorio dal dopoguerra, e dal “fallimento” del tavolo di concertazione convocato dal prefetto di Vibo Valentia per cercare di trovare una soluzione allo smantellamento dell’azienda che vede direttamente impiegati 80 lavoratori, piu’ un centinaio che ruotano intorno all’indotto. Da qui il disperato gesto di 15 operai e la loro salita sui silos. Sul posto per scongiurare ogni pericolo si sono recati i vigili del fuoco e le forze dell’ordine nel tentativo di convincere gli operai a cessare con tale forma di protesta.
Hanno passato la notte all’aperto e sopra i silos della fabbrica 13 lavoratori che da protestano contro la chiusura dell’Italcementi di Vibo Marina deciso dall’azienda. La protesta e’ ancora in atto. Nessun lavoratore si e’ detto intenzionato a scendere dai silos. Gli operai intendono anzi resistere il piu’ a lungo possibile. Fra i lavoratori da ieri sul silos, anche Giovanni Patania, componente della Rsu dell’Italcementi di Vibo Marina e sindacalista dello Slai Cobas. Il sindacalista, contattato telefonicamente dall’Agi, ha spiegato che i lavoratori sono intenzionati a rimanere sul silos “sin quando non si avranno certezze sul futuro occupazionale delle 80 maestranze dell’azienda. In tale nostra forma di protesta – ha aggiunto Patania – non ci spaventano ne’ il sole, ne’ la fame e la sete, non avendo ormai piu’ nulla da perdere”. Oltre alle 80 maestranze, la chiusura di Italcementi va a colpire un indotto che da’ lavoro ad altre 400 persone, rappresentando di fatto quasi interamente l’economia industriale della zona. Nella fabbrica, al fine di scongiurare gesti estremi da parte dei lavoratori, sono presenti una squadra dei Vigili del fuoco e le Forze dell’ordine.