REGGIO CALABRIA – Era il 15 dicembre 2010 quando Orsola Fallara, la dirigente dell’Ufficio Finanze del Comune di Reggio Calabria si suicida nella sua auto, una Mercedes nera parcheggiata al porto bevendo dell’acido muriatico.
Fu lei stessa ad avvisare i carabinieri chiedendo aiuto.
La Fallara era al centro di un’inchiesta per le autoliquidazioni in relazione al suo incarico di rappresentante del Comune nella Commissione tributaria. Nel processo in corso a Reggio Calabria, e’ stato ascoltato per 4 ore di interrogatorio il Governatore Giuseppe Scopelliti, ex sindaco della citta’ metropolitana calabrese, imputato per falso ideologico e abuso d’ufficio in relazione alla vicenda.
Alle domande del pm Sara Ombra risponde Scopelliti «Quando il Corriere della Sera pubblicò, ripreso dai consiglieri comunali del centrosinistra, che al Comune di Reggio Calabria si liquidavano parcelle per centinaia di migliaia di euro, chiamai immediatamente la dottoressa Fallara per chiedergliene conto. Mi rispose: ‘Mi vergogno, ma è tutto vero’. Da quel momento, il 2 novembre del 2009, i nostri rapporti si interruppero».
Secondo il Presidente della Regione Calabria la Fallara arrivo’ al gesto estremo in quanto si trovo’ sotto processo mediatico in un periodo difficile della sua vita in cui si era separata da poco dal marito e la figlia viveva lontano. La descrive anche come una grande lavoratrice, una che entrava in ufficio alle 8.00 per uscirne alle 23.00, un esempio di stacanovismo.
Certo, un tempo “pagato” in maniera esorbitante. 620 mila euro (il grosso delle somme secondo il Governatore) liquidati dopo che Scopelliti, per candidarsi al governo regionale, lascio’ la guida del comune reggino a Giuseppe Raffa, attuale Presidente della Provincia di Reggio Calabria.
Inoltre, per Scopelliti «fino al 2009 il Comune di Reggio Calabria non manifestava particolari problemi di solvibilità, tanto che nel 2008 il Ministero dell’Economia aveva conferito al Comune 817 mila euro di premialità come riconoscimento della buona gestione dell’ente. Peraltro, se io avessi avuto contezza dello stato delle finanze del Comune – racconta Scopelliti – così come per Catania e Roma avrei potuto chiedere al Governo Berlusconi un finanziamento di 30-40 milioni di euro a supporto dell’attività amministrativa che credo non mi sarebbe stato negato. Nessun dirigente abilitato, nè tanto meno il segretario generale del Comune, tra l’altro, fece obiezione sul fatto che la dottoressa Fallara potesse rappresentare l’ente in Commissione tributaria». Eppure i mandati precedenti all’ex dirigente furono firmati proprio da Giuseppe scopelliti che, in sede di interrogatorio, dice di non sapere cosa firmasse. Del resto, il rapporto con la Fallara, cosi’ bruscamente interrotto, risale a quando erano adolescenti, un rapporto di stima e fiducia che porto’ il Governatore ad affidarle un ruolo importante nella gestione del Comune. Per di piu’, durante l’interrogatorio, tra i pochi “non ricordo”, sembra che la strategia difensiva si sia concentrata sul fatto che la responsabilità’ del bilancio del Comune e di eventuali anomalie fosse dell’Assessorato, in primis, e della Commissione dei 40 di cui Scopelliti aveva solo 1 voto. Una condivisione di responsabilita’ o, comunque, un alleggerimento di posizione di cui attendiamo giudizio e raggiungimento della verita’ di una delle vicende sicuramente piu inquietanti del panorama politico calabrese degli ultimi anni.