Il magazzino dell’azienda biologica “L’orto di Famiglia” a San Floro, nel catanzarese, e’ stato distrutto da un incendio di natura dolosa. Stefano Caccavari: “La Calabria è dolce e amara. Andiamo avanti”
SAN FLORO (CZ) – Amara scoperta questa mattina per l’Azienda biologica “L’orto di Famiglia” a San Floro, piccolo paesino di 600 abitanti nell’entroterra di Catanzaro. Un incendio ha completamente divorato il deposito dell’azienda biologica a chilometro zero, diventata famosa anche per il passaparola e i social network. Il rogo si e’ sviluppato nella tarda serata di ieri. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i vigili del fuoco, ma il magazzino e’ andato completamente distrutto. I militari hanno avviato le indagini sull’accaduto, mentre il titolare dell’azienda, Stefano Caccavari, una celebrità dalle sue parti, sopratutto per aver di fatto fermato la realizzazione in zona della più grande discarica d’Europa, con un’iniziativa agricola innovativa, ha rilasciato un comunicato: Questa notte l’Orto di Famiglia di San Floro (CZ) è stato oggetto di un atto vandalico. La nostra casetta di legno, spazio di aggregazione e di convivialità, è stata data alle fiamme da ignoti. Il gesto, che considero un segno di debolezza da parte di chi non ha compreso il valore del nostro agire, colpisce un’intera comunità di appassionati ortisti, oltre 150, che dal 2014 sostengono il progetto e che hanno riscoperto l’amore per la natura, il senso di appartenenza alla terra e il piacere di mangiar sano. Abbiamo subito provveduto a denunciare alle autorità l’accaduto. Il gesto non cambia di una virgola i nostri programmi. Orto di Famiglia non è semplicemente un’azienda agricola ma è una comunità di persone che, coltivando la nostra terra, si sono posti a guardia e a difesa del territorio e che non si lascerà minimamente intimorire dall’accaduto. Chi lavora la terra mette sempre in conto gli imprevisti. NOI andiamo avanti utilizzando la cenere dell’incendio per concimare i nostri terreni…”
Un progetto nato dalla passione di un giovane calabrese per la sua terra
L’orto di Famiglia è un progetto nato e fortemente voluto come detto da Stefano Caccavari, 27 anni, una laurea in economia aziendale messa da parte per dedicarsi a quello sconfinato amore per la sua terra: dare la possibilità a tutte le famiglie di mangiare in modo sano le verdure direttamente da un piccolo orto di famiglia. A disposizione ci sono i 4 ettari di terreno di proprietà della sua famiglia. Grazie alla perizia dello zio agricoltore, questo terreno viene arato, coltivato e messo a disposizione di chiunque voglia mangiare cibo biologico sano, senza additivi ne pesticidi. Ed il successo dell’orto biologico è dato anche dalla sua semplice formula. Affitti i pezzi di terra, li coltivi e consegni i prodotti totalmente naturale ai proprietari. E così, dopo aver regalato inizialmente alcuni piccoli appezzamenti, oggi c’è una lunghissima lista di persone in attesa (quasi 160). Al costo di 750 euro l’anno, ogni famiglia può coltivare all’interno di sei filari, gli ortaggi di stagione. L’azienda mette a disposizione il personale per la semina e la crescita delle piante, tutto rigorosamente in maniera biologica. Gli abbonati vengono il sabato a raccogliere i frutti.
Diversi i messaggi di solidarietà e l’invito di tantissime persone a non mollare.
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Paolo Parentela deputato del Movimento 5 Stelle: “Atto vigliacco, Stefano vai avanti”
Sul rogo doloso che ha colpito L’orto di Famiglia è intervenuto anche Paolo Parentela del Movimento 5 Stelle che ha voluto dare sostegno ed esprimere la sua vicinanza a Paolo Caccavari: “Stefano Caccavari è un ragazzo calabrese che ha avuto il coraggio di puntare sul proprio territorio, scommettendo sul biologico e sull’agricoltura a km 0. Con il suo orto di famiglia ha contribuito a creare una comunità sempre più numerosa che punta sull’alimentazione sana del territorio. Stanotte ha subito l’incendio della casetta in legno del suo orto di famiglia. Un atto vigliacco, che vuole scoraggiarlo ed invitarlo a non andare più avanti. La Calabria è anche la tragica abitudine di far abbassare la testa a chi la alza, con gesti intimidatori che servono soltanto a riappropriarsi della “propria zona. Stefano non è intenzionato a mollare… e noi siamo intenzionati a non abbandonarlo ed a non lasciarlo abbandonare. Oggi è il giorno della solidarietà a cui deve seguire un chiaro momento di riflessione. La Calabria non può e non deve essere abbandonata a se stessa. Si deve dare coraggio ai cittadini ed agli imprenditori onesti come Stefano“