REGGIO CALABRIA – Timbra il cartellino e scappa. Un classico nelle macchine amministrative calabresi.
Diciassette dipendenti del comune di Reggio Calabria, sono stati arrestati stamani dalla Guardia di Finanza in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale della città nell’ambito di un’operazione contro l’assenteismo. I 17 impiegati comunali arrestati, secondo l’accusa, in più occasioni ed in concorso tra loro, si sarebbero resi responsabili del reato di truffa ai danni del Comune di Reggio Calabria. Altri 78 dipendenti sono stati denunciati per lo stesso reato. Di questi, 42 saranno interrogati dal Gip per l’eventuale applicazione della misura cautelare personale interdittiva della sospensione dai pubblici uffici. Gli arrestati sono stati posti ai domiciliari.
L’indagine denominata “Torno Subito” che vede 95 dipendenti comunali di Reggio Calabria indagati per assenteismo e truffa ai danni dell’ente è stata corroborata da oltre un mese di riprese video e appostamenti. Dalle indagini sarebbe emerso un collaudato sistema basato su favori reciproci e continui scambi di badge personali. In tal modo i dipendenti riuscivano ad assentarsi indisturbati anche per diverse ore al giorno dal luogo di lavoro. Alcuni impiegati, sempre secondo l’accusa, non facevano neppure ingresso al Comune, sebbene figurassero regolarmente in servizio. Ancora, dalle indagini è emerso che alcuni dipendenti si erano organizzati in gruppi e sottogruppi e attestavano falsamente la propria presenza sul posto di lavoro facendosi timbrare o timbrando per altri i rispettivi badge personali, eludendo così il controllo elettronico del lettore installato nell’atrio di Palazzo San Giorgio, sede dell’ente. Su un orario giornaliero previsto di 6 ore di servizio, ciascun dipendente in media riusciva ad assentarsi anche diverse ore al giorno. E molti impiegati, è emerso ancora dall’indagine, giungevano in ufficio la mattina con oltre 2 o 3 ore di ritardo senza neanche dover timbrare il badge nel lettore: un collega d’ufficio, infatti, aveva già provveduto a timbrare l’entrata per loro. Ovviamente, più tardi, i colleghi “ritardatari” della mattina ricambiavano il favore all’uscita. Così diversi impiegati potevano lasciare senza giustificato motivo l’ufficio con largo anticipo senza timbrare il badge.
I nomi: Paolo Di Blasi, Natale Ateneo, Beniamino Arco, Giovanni Raffaele Cutrupi, Consolato Erbi, Manuela Crisalli, Domenico Squillace, Antonino Pellicano’, Roberto Quartullo, Paolo Campolo, Pietro Errigo, Rosanna Trimboli, Cataldo Iozzi, Saverio Foti, Giuseppe Scopelliti (omonimo del governatore della Regione ex sindaco della città dello Stretto), e Giuseppe Criserà.