Per l’azienda ospedaliera nel corso delle visite non sarebbero emersi problemi nonostante i malori lamentati dalla partoriente.
VIBO VALENTIA – L’Azienda sanitaria di Vibo Valentia ha istituito una commissione d’inchiesta interna sul caso del feto morto dopo che la madre si era recata nell’ospedale di Vibo Valentia. “La signora, alla 38° settimana di gravidanza – è scritto in una nota dell’Azienda – il 26 dicembre 2015 si è presentata al Pronto soccorso dell’ospedale di Vibo Valentia per improvvisi dolori addominali; è stata visitata e sottoposta ad ecografia dallo specialista ginecologo di turno. Non emergendo problemi a carico del feto e della stessa paziente, quest’ultima è stata rinviata al proprio domicilio. Il 28 dicembre successivo la stessa, su consiglio del ginecologo che la seguiva, è stata nuovamente sottoposta a visita di controllo presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale vibonese. Anche in tale circostanza non sono emersi rilevanti problematiche per madre e feto”.
“La giovane paziente, giunta ormai alla 40° settimana di gravidanza – prosegue la nota – il 7 gennaio 2016 si è presentata al reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Vibo Valentia per sottoporsi ai previsti accertamenti e dal controllo effettuato dai sanitari è stata accertata la morte endouterina del feto che ha portato la donna ad essere immediatamente ricoverata e sottoposta a taglio cesareo”. Il direttore sanitario aziendale Michelangelo Miceli, appresa la notizia, nell’esprimere, si afferma in una nota, “particolare vicinanza alla signora e ai familiari per quanto accaduto, ha immediatamente disposto, nel rispetto della tutela della professionalità degli operatori Asp, un’inchiesta interna volta ad accertare le cause del decesso, riservandosi di adottare i dovuti provvedimenti nel caso in cui dovessero scaturire specifiche responsabilità“. “Lunedì 11 gennaio, a causa dell’evento – conclude il comunicato – giungerà nel Presidio ospedaliero di Vibo Valentia un’apposita Commissione regionale a cui il Management aziendale offrirà la più ampia collaborazione”.
La Procura di Vibo Valentia intanto ha indagato un medico del reparto di ginecologia e altri due in servizio nel pronto soccorso per il reato di procurato aborto. “Non si può morire in questo modo”. A dirlo è stato l’avvocato Aldo Currà, legale di fiducia della donna alla quale è morto il feto, e del marito. “Per quale motivo – ha detto il legale – nessuno, al momento della sofferenza fetale, ha disposto un esame ecografico? Perché non sono stati effettuati ulteriori e specifici accertamenti sulla ragazza e il bimbo? Come mai queste condotte sono state caratterizzate da simile negligenza ed imperizia?”. “Abbiamo profonda fiducia nella magistratura – ha concluso l’avvocato Currà – e siamo certi che farà tutto il possibile per chiarire tutti gli aspetti ancora oscuri di questa tragica storia”.