Denunciò il clan Mancuso per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
VIBO VALENTIA – Un peschereccio ormeggiato nel porto di Vibo Marina e’ affondato e due degli occupanti sono stati tratti in salvo dagli uomini della Capitaneria di Porto. La stessa Capitaneria ha avviato delle indagini per accertare la dinamica dei fatti. Il peschereccio, lungo 13 metri, che ora si sta tentando di recuperare dal fondale del porto, appartiene a un imprenditore ittico del luogo, ma nel gennaio 2014 era di proprieta’ dell’imprenditore Vincenzo Ceravolo, testimone di giustizia, quando venne affondato a scopo intimidatorio sempre all’interno del porto di Vibo Marina. La Capitaneria ha avviato indagini per capire se vi sia un nesso fra i due episodi. Ceravolo, imprenditore vibonese leader nell’export del tonno fresco del Mediterraneo, che nel 2003 denunciò un boss della cosca Mancuso che, insieme ad un suo affiliato, fu processato e condannato per estorsione aggravata dalle modalità mafiose con le sue accuse permise che venisse indagato Pantaleone Mancuso boss di Limbadi e Nicotera. Da allora sono partite minacce e intimidazioni per l’imprenditore che, nel corso degli anni, ha denunciato di avere subito danneggiamenti per circa 20 milioni di euro.