MILANO – La ‘ndrangheta “raccoglie intorno a se’ consenso sociale, avendo consenso sociale, raccoglie voti e da questo ne deriva che vi siano dei
radicamenti a livello politico”. Cosi’ Gaetano Pecorella, parlando della situazione lombarda, a margine della presentazione della relazione territoriale sulle attivita’ illecite connesse al ciclo dei rifiuti in Regione, compilata dalla commissione parlamentare che presiede. La ‘ndrangheta, ha spiegato Pecorella, “garantisce anche quel tanto di consenso che puo’ interessare a livello locale qualche politico: i colori poco contano, contano i rapporti che possono avere sul territorio e la volonta’ di ottenere i risultati, non c’e’ un partito particolarmente collegato”.
“Nonostante la pessima fama che accompagna gli uomini della ‘ndrangheta – prosegue -, accade che con piena consapevolezza non solo imprenditori, ma anche uomini delle istituzioni e uomini politici, consiglieri provinciali e regionali si rapportino a personaggi del livello mafioso, quale quello di Salvatore Strangio, rivolgendo loro richieste di intervento e di favori vari, anche di carattere politico-elettorali”.
“Da quando, nel 2001, e’ stato introdotto nel nostro ordinamento il delitto che punisce le attivita’ organizzate per il traffico illecito di rifiuti, nella provincia di Milano si sono svolte circa il 10 per cento di tutte le inchieste italiane: cio’ ha posto in evidenza la presenza della criminalita’ ambientale, anche di tipo mafioso, negli appalti relativi al movimento terra nei cantieri pubblici e privati e nello smaltimento delle scorie industriali. Mentre per quel che riguarda i rifiuti urbani, il livello di industrializzazione raggiunto rende di per se’ generalmente immune dalle infiltrazioni illecite la gestione del ciclo, nel settore dei rifiuti speciali (che rappresentano l’80 per cento del totale dei rifiuti prodotti nella regione) il rischio di attivita’ illecite connesse al traffico di rifiuti come pure l’interesse delle cosche e’ dimostrato da numerose inchieste della magistratura”.