Rifiuti da smaltire bruciati o gettati in una scarpata, azienda sotto sequestro

L'azienda che doveva occuparsi di smaltire i rifiuti aveva trovato metodi più "sbrigativi" ma inquinanti. Sono 16 le persone indagate

VIBO VALENTIA – Un’azienda attiva nel settore dello smaltimento e riciclo dei rifiuti anche industriali che non smaltiva affatto. I carabinieri del Gruppo Forestale di Vibo Valentia con il supporto dell’Arma territoriale hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti dell’azienda ed di oltre 10 autocarri. I mezzi, non tutti riconducibili all’impresa, erano utilizzati per il trasporto e conferimento dei rifiuti nell’impianto di smaltimento, e alcuni, in uso a ditte terze, sono risultati privi dell’iscrizione all’albo nazionale dei gestori ambientali.

In totale sono 16 le persone indagate, fra cui i vertici dell’azienda, per i quali a vario titolo sono state ipotizzate le violazioni relative al trasporto e allo smaltimento illecito, anche mediante combustione, nonché deposito/abbandono incontrollato al suolo di rifiuti pericolosi e non.

Contestata anche la violazione dell’art. 452bis del codice penale per la presunta compromissione e deterioramento delle matrici ambientali (aria, acqua, suolo). L’indagine è stata eseguitra tra i mesi di febbraio e aprile 2022 ed ha avuto origine dalla segnalazione fatta dai Carabinieri Forestali alla Procura, a seguito dell’individuazione, durante un servizio di controllo, di un rogo di materiale plastico riconducibile ad un impianto di smaltimento rifiuti.

Da qui sono partite le attività di osservazione e controllo, anche con supporto tecnologico, che hanno consentito di appurare che l’azienda, il cui scopo sarebbe quello di smaltire e riciclare rifiuti industriali nel rispetto delle normative nazionali ed internazionali avvalendosi di tecnologie e metodiche all’avanguardia, in realtà avrebbe usato metodi più sbrigativi per sbarazzarsi del materiale conferito non diversamente utilizzabile.

In sostanza i rifiuti, una volta privati delle parti riciclabili, quindi con valore economico, venivano abbandonati in una scarpata adiacente ad uno dei capannoni utilizzati per lo stoccaggio o bruciati immettendo pericolosi fumi nell’atmosfera. E’ stato anche accertato che venivano conferiti rifiuti provenienti da ditte non autorizzate al trasporto poiché non in regola con la normativa relativa all’albo nazionale dei gestori ambientali.

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