ROMA – Sono quasi 4,3 milioni le quarte dosi di vaccino somministrate contro il Covid-19, e ad aver fatto la 4^ dose sono solo 2 persone su 10 tra quelle a cui sono prioritariamente consigliate. Nella settimana dal 26 ottobre al 1 novembre, la media delle somministrazioni ha visto un forte calo del 25,3%: ne sono state fatte 27.680 al giorno, rispetto alle 37.031 della scorsa settimana. I dati arrivano dal consueto monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe sull’andamento della campagna vaccinale, i cui dati risultano aggiornati quotidianamente. Sono 6,8 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino contro il Covid.
Secondo il monitoraggio della Fondazione Gimbe, in base alla platea di 19,1 milioni di persone tra over 60, fragili, immunocompromessi, operatori sanitari e ospiti delle Rsa, il tasso di copertura con le quarte dosi è del 22,5% ma con nette differenze regionali: si va dal 10,5% della Sicilia al 34,2% del Piemonte. Sono 6,8 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino contro il Covid-19 e, nella settimana 26 ottobre-1 novembre, calano anche i nuovi vaccinati: sono stati 1.339 rispetto ai 1.470 della settimana precedente (-8,9%).
Quanto alla terza dose, ne sono state somministrate 40,2 milioni. Il tasso di copertura nazionale è dell’84,4% e va dal 78,5% della Sicilia all’88,3% della Lombardia. Mentre sono 7,43 milioni le persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, di cui: 5 milioni possono riceverla subito. Infine, nella fascia 5-11 anni sono state somministrate 2,6 milioni di dosi: 1,4 milioni hanno ricevuto almeno 1 dose, con un tasso di copertura nazionale al 38,5% e, anche qui, nette differenze regionali: dal 21,1% della Provincia Autonoma di Bolzano al 53,9% della Puglia.
Calabria, il 12,9% ancora senza vaccino
La percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto nessuna dose di vaccino in Calabria è pari al 12,9% (media Italia 10,4%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni temporaneamente protetta, in quanto guarita da Covid-19 da meno di 180 giorni, pari al 1,2%.
“La percentuale di popolazione over 5 anni che non ha ricevuto la terza dose di vaccino nella regione – è detto nel report – è pari a 15,5% (media Italia 10,7%) a cui aggiungere la popolazione over 5 anni guarita da meno di 120 giorni, che non può ricevere la terza dose nell’immediato, pari al 4,1%. Il tasso di copertura vaccinale con quarta dose è del 10,5% (media Italia 22,5%). La popolazione 5-11 che ha completato il ciclo vaccinale è pari 41,2% (media Italia 35,2%) a cui aggiungere un ulteriore 4% (media Italia 3,3%) solo con prima dose.
“Stop ai dati giornalieri sul Covid-19, passo indietro sulla trasparenza”
La pubblicazione dei dati quotidiani sul Covid va ripristinata immediatamente a beneficio della comunità scientifica e della popolazione. E’ quanto chiede la Fondazione Gimbe al Ministero della Salute, affinché i dati sull’andamento della pandemia restino “patrimonio comune“. Il Ministero della Salute, il 28 ottobre ha disposto la sospensione della pubblicazione giornaliera del bollettino della pandemia di Covid-19 che sarà reso pubblico a cadenza settimanale. Dal 30 ottobre risulta quindi interrotta anche la pubblicazione quotidiana dei dati grezzi sul repository ufficiale e dal 29 il monitoraggio dell’Agenzia Nazionale dei Servizi sanitari regionali (Agenas) sull’occupazione dei posti nelle terapie intensive. Al momento, pertanto, la Fondazione Gimbe “è impossibilitata a garantire il monitoraggio indipendente condotto a beneficio della cittadinanza, delle Istituzioni e degli organi di informazione negli ultimi due anni e mezzo”.
“È inaccettabile – spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – che il pubblico accesso al patrimonio comune dei dati quotidiani sulla pandemia venga interdetto dal Ministero della Salute, con un anacronistico passo indietro sulla trasparenza. Per questo la Fondazione Gimbe ha inviato al Ministro Schillaci una richiesta di ripristino immediato della pubblicazione giornaliera dei dati, che devono essere disponibili non solo ‘alle autorità competenti’ ma anche alla comunità scientifica e alla popolazione intera”.